Anno quingentesimo quinquagesimo primo ab Urbe condita, bellum cum rege Philippo indictum est, paucis mensibus post pacem cum Carthaginiensibus. Primum eam rem Publius Sulpicius consul ad senatum renuntiavit, qui decrevit ut consules maioribus hostiis rem divinam facerent et post eam de re publica deque provinciis senatum consulerent. Per eos dies et litterae ab M. Aurelio legato et M. Valerio Laevino propraetore apportatae sunt et Atheniensium nova legatio venit, quae regem appropinquare finibus suis nuntiaret, brevique non agros modo, sed etiam urbem in dicionem regis venturam esse. Litterae Aurelii Valeriique lectae sunt et legati Atheniensium auditi. Senatus deinde consultum decrevit ut sociis gratiae agerentur quod ne obsidionis quidem metu decesserant fide et imperavit ut Philippo, Macedonum regi, bellum indiceretur.
Versione tradotta
Nell'anno 551 dalla fondazione di Roma, fu dichiarata guerra contro il re Filippo, pochi mesi dopo la pace con i Cartaginesi. Per primo il console Publio Sulpicio riferì questa cosa al Senato, che decretò che i consoli facessero un sacrificio con vittime piuttosto grandi e dopo questo consultassero il senato sulla repubblica e sulle province. In quei giorni furono recapitate lettere dal legato M. Aurelio e dal propretore M. Valerio Levino, e giunse una nuova ambasceria degli Ateniesi, per annunciare che il re si avvicinava ai loro confini, e in breve non solo i campi, ma anche la città sarebbe giunta sotto il potere del re. Furono lette le lettere di Aurelio e Valerio e furono ascoltati i legati. Infine il senatoconsulto stabilì che si rendessero onori agli alleati, poiché non erano venuti meno alla fedeltà neanche per il timore di un assedio, e ordinò di dichiarare guerra a Filippo, re dei Macedoni.
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