Rudolf Steiner - Studentville

Rudolf Steiner

Pensiero e vita.

Vita e opere Rudolf Josef Lorenz Steiner (1861-1925) nasce il 27 Febbraio 1861 a Kraljevec (allora Impero Austro-Ungarico oggi Croazia). All’età  di circa sette anni al comune principio di realtà  associa percezioni e visioni di realtà  ultra mondane: ” distinguevo cioò esseri e cose ‘che si vedono’ ed esseri e cose ‘che non si vedono’ “. Tra il 1879-1883 frequenta il Politecnico di Vienna (Wiener-Technischen Hochschules). Studia matematica, fisica, botanica, zoologia, chimica oltre a letteratura, storia e filosofia. Segue i corsi di Brentano, assieme a Sigmund Freud e Edmund Husserl, e le lezioni sulla letteratura tedesca di Karl Julius Schrà¶rer. Su indicazione di quest’ultimo, nel 1882, Steiner viene nominato editore degli scritti scientifici di Goethe per la “Deutsche National-Literatur” di Kà¼rschner. Conosce Joseph Breuer. Intrattiene rapporti epistolari con il filosofo Eduard Von Hartmann. Nel 1886 appare la sua prima pubblicazione: “Grundlinien einer Erkenntnistheorie der Goetheschen Weltanschauung” (“Linee fondamentali di una gnoseologia della concezione goethiana del mondo”). Nel 1888 ò redattore presso il “Deutschen Wochenschrift” di Vienna. Tiene una conferenza al Goethe Verein (Società  Goethiana) su “Goethe als Vater einer neuen à„sthetik” (“Goethe padre di una nuova estetica”). Collabora al “Goethe und Schiller Archiv” tra il 1890 e il 1897. Nel 1890 la Signora Fà¶ster Nietzsche propone a Steiner di curare il riordino dell’archivio e degli scritti inediti del fratello. Nel 1892 la sua tesi di Dottorato viene pubblicata con il titolo “Wahrheit und Wissenschaft” (“Verità  e scienza”). Nel 1894 pubblica “Die Philosophie der Freiheit” (“La filosofia della libertà “). Nel 1895 pubblica presso l’editore Emil Felber lo scritto: “Friedrich Nietzsche, ein Kà¤mpfer gegen seine Zein” (“Friedrich Nietzsche, un lottatore contro il suo tempo”). Per la “Cotta’sche Bibliothek der Weltliteratur” cura un’edizione in dodici volumi dell’ opera omnia di Schopenahauer e un’edizione in otto volumi delle opere di Jean Paul. Nel 1897 pubblica: “Goethes Weltanschauung” (“La concezione goethiana del mondo”), la summa dei suoi studi fino ad allora condotti su Goethe. A Berlino nel 1898 viene nominato editore e redattore del “Magazin fà¼r Literatur” e dei “Dramaturgische Blà¤tter”. In un circolo berlinese conosce Franz Wedekind di cui mette in scena “L’intrusa”. Dibatte sul Magazin con il poeta Rainer Maria Rilke sulla “parola teatrale” (“Bemerkungen zu dem Aufsatz: Der Wert des Monologes”). Nel 1899 insegna storia alla Scuola di formazione dei Lavoratori fondata da Wilhelm Liebnecht. L’anno successivo viene invitato dal conte e della contessa Brockdorff (appartenenti alla cerchia teosofica di Berlino) a tenere una conferenza su Nietzsche e sulle favole di Goethe. In autunno inizia un ciclo di conferenze intitolato “Die Mystik”. Nel 1901 svolge un secondo ciclo di conferenze, presso la Biblioteca Teosofica, dal titolo “Das Christentum als mystiche tatsache” (“Il cristianesimo quale fatto mistico”). Incontra Anne Besant, segretaria generale dell’Associazione Teosofica, al Congresso teosofico di Londra. Viene eletto Segretario generale della Sezione tedesca dell’Associazione Teosofica. Inizia nello stesso anno a tenere conferenze pubbliche. Tra il 1901 e il 1918 tiene a Berlino cicli di conferenze presso la Freien Hochschule, fondata da Bruno Wille e Wilhelm Bà¶lsche, e presso l’Archtektenhaus. Fonda il mensile Luzifer in seguito ribattezzato Luzifer Gnosis (1903). Con Marie von Sivers, sua stretta collaboratrice dal 1902 e futura moglie, fonda logge teosofiche in Germania e all’estero. Nel 1904 appare “Theosophie Einfà¼hrung in à¼bersinnliche Welterkenntnis und Menschenbestimmung” (“Teosofia introduzione alla conoscenza sovrasensibile all’autodeterminazione umana”). Il libro stimola W. Kandinsky (“Lo spirituale nell’arte”, 1912) e desta sospetto in P. Klee (“Diari”, 1916-1918). In occasione del congresso internazionale della Società  Teosofica che si tiene a Monaco nel 1907 mette in scena il dramma di Eduard Schurè “Das heilige von Eleusi” (“Il mistero di Eleusi”). Kandinsky assiste alle conferenze di Steiner a Monaco e a Berlino (“Sonne Mond Und Sterne”, conferenza tenuta il 26. 3. 1908 presso l’Architektenhaus di Berlino). In seguito al ciclo di conferenze tenuto a Praga (“Fisiologia occulta”), il 28 Marzo 1911, Franz Kafka si presenta a Steiner nella sua stanza al Viktoria Hotel di Praga (Diari, 26 e 28 marzo 1911). Il 1913 ò l’anno della separazione dalla Società  Teosofica e della fondazione della Società  Antroposofica. In quel periodo viene edificato a Dornach (Basilea, Svizzera) il Goetheanum, progettato da Steiner interamente in legno, a doppia cupola. Nella notte di San Silvestro del 1922 l’edificio viene distrutto da un incendio. Steiner realizza prontamente un secondo edificio interamente in cemento armato (edificato, dopo la sua morte, tra il ’25 e il ’28). Dal 1914 nascono altre costruzioni in cemento progettate da Steiner intorno all’area dell’edificio principale. Lavora alla scultura in legno: Il rappresentante dell’umanità  fra Lucifero ed Arimane, pensata per essere collocata nell’area dell’abside della cupola minore del Goetheanum. Nel 1917 pubblica “Von Seelnrà¤tseln” (“Enigmi dell’anima”), sul rapporto tra Antropologia e Antroposofia e sulla triplice conformazione dell’organismo umano. Tra il 1919 e il 1924 svolge un’intensa attività  di conferenziere a Dornach e in tutta Europa. Steiner interviene su tutti i campi dello scibile: arte (storia dell’arte e corsi per pittori), educazione (fonda a Stoccarda la Freie Waldorfschule), vita sociale (elabora l’idea di uno stato tripartito in una libera vita spirituale, democratica ed economica), agricoltura (metodo di coltivazione biodinamica), medicina, fisica, arte drammatica (Sprachgestaltung, arte della parola) e teologia (fonda la “Chiristiangemenischaft”). Nel 1912 inaugura un nuovo stile di arte del movimento: l’Euritmia. Il 25 febbraio 1921 Piet Mondrian scrive a Steiner una lettera in cui, dopo aver riscontrato forti attinenze ideologiche tra il proprio pensiero e le teorie antroposofiche, lo invita ad esprimere un parere sul contenuto del suo scritto “Le Neo-Plasticisme” (1920). Dagli inizi del ‘900 fino al ’24 Steiner, senza avvalersi di manoscritti, tiene circa 6000 conferenze, poi stenografate e raccolte, assieme agli scritti, in 354 volumi che costituiscono l’opera omnia. Dal 1914 circa Steiner si avvale, durante le sue esposizioni, di un nuovo mezzo espressivo che si interpone all’atto linguistico: disegna con gessi colorati su una o più lavagne. Una sua allieva, Emma Stolle, decide di stendere sulla superficie delle lavagne del cartoncino nero. Dal 1919 al 28 settembre 1924 si sono così conservati 1100 disegni (Wandtafelzeichnungen). Nel 1958 Assja Turgenieff espone per la prima volta i disegni alla lavagna ad una mostra d’archivio a Dornach. Dal ’54 i WTZ compaiono in alcune pubblicazioni della GA di compendio al testo delle conferenze. Alcuni di questi volumi sono presenti nella biblioteca di Joseph Beuys, sul quale l’influsso di Steiner (databile sul piano teorico dal 1952, Cfr. La teoria Plastica di Beuys con la teoria steineriana delle api in “àœber das Wesen der Bienen”) ò ravvisabile sul piano formale-concettuale nella installazione dal titolo Richtkrà¤fte (Nationalgalerie di Berlino 1976). Nel 1961 alcuni WTZ vengono esposti in una retrospettiva sul lavoro di Steiner presso il Museum Strauhof di Zurigo. Dal 1989 i WTZ vengono pubblicati in volumi a parte dalle conferenze ed inseriti nel quadro generale dell’opera omnia di Steiner. Dal 1992, grazie all’interessamento di due allievi di Beuys, Johannes Stà¼ttgen e Walter Dahn, e al supporto tecnico e teorico del direttore dell’Archivio di Steiner a Dornach (Rudolf-Steiner NachlaàŸverwaltung), Dr. Walter Kugler, i disegni vengono esposti in tutto il mondo (Germania, Giappone, Stati Uniti, Sud America, Svezia, Svizzera). Tra le opere ricordiamo: “Fondamenti di una gnoseologia goethiana” (1886), “Filosofia della libertà ” (1894), “Il Cristianesimo come fatto mistico” (1902), “Teosofia” (1904), “L’iniziazione” (1904), “Dalla cronaca dell’akasha” (1904), “I gradi della conoscenza superiore2 (1905), “La saggezza dei Rosacroce” (1907), “La scienza occulta” (1910), “Il mondo dei sensi e il mondo dello spirito” (1911), “Vita da morte e nuova nascita” (1913), “La soglia del mondo spirituale” (1913), “Esigenze sociali dei tempi nuovi” (1918), “Arte dell’educazione” (1919), “La questione sociale” (1919), “L’uomo, sintesi armonica delle attività  creatrici” (1923), “Antroposofia” (1924), “La mia vita” (1925). Il pensiero Nel 1913 si staccò dalla Società  Teosofica per fondare la Società  Antroposofica con sede a Dornach in Svizzera, nel “Goethenaum”, un tempio appositamente costruito. L’Antroposofia si distingue dalla Teosofia per il maggior rilievo conferito alla natura e al destino dell’uomo. Centro della dottrina antroposofica ò la distinzione nell’uomo di sette principi: il corpo fisico, il corpo etereo, il corpo astrale, l’io, l’io spirituale, lo spirito vitale, l’uomo- spirito. Con la morte il corpo fisico si dissolve, mentre quelli etereo e astrale accompagnano l’io in un periodo di sonno profondo che precede una successiva incarnazione. Il ciclo delle rinascite, coinvolgendo l’intero cosmo attraverso millenni di evoluzione, ò destinato a concludersi con “l’universale ritorno allo Spirito puro”. Steiner mutuò da Hudson la teoria delle due menti e dei due emisferi. Il cervello di destra – l'”altro tu” – ha a che fare con le intuizioni, i “significati globali”, le forme complessive; ò la parte di noi che apprezza la musica e la poesia. Il cervello sinistro studia il mondo al microscopio; ò ossessionato dal “qui e ora”. Ha a che fare col linguaggio, la logica e il calcolo. L’emisfero destro porta in sò lo “spazio dell’anima”, un mondo interiore che Steiner riteneva reale, parallelo e, in qualche modo, ispezionabile. “Per visitare i nostri mondi interiori – anche solo per essere completamente assorbiti da un libro o per ascoltare la musica – dobbiamo perdere l’abitudine di essere sempre all’erta. Dobbiamo acquisire l’abitudine al rilassamento, al mettere da parte le nostre ansie”. Steiner era convinto che coll’addestramento chiunque potesse sviluppare la facoltà  di vedere questo altro regno dell’essere. Per accedere ad esso occorre sviluppare “la visione interiore”: una sorta di “percezione extrasensoriale” che non ha niente a che fare con la chiaroveggenza o lo spiritismo. Huxley sostiene che ci sono due modi per vivere quello strano continente: le droghe e l’ipnosi. Il metodo di Steiner ha a che fare piuttosto con quest’ultimo. Egli sosteneva di essere una di quelle persone che sono nate colla capacità  di “rilassarsi dentro il cervello di destra”. Aveva esplorato quel mondo mentale che ciascuno porta dentro di sò: Sapeva che esisteva. E non cessava mai di ripetere ai suoi amici: ” sbagliate a trattare il mondo della mente come se fosse soltanto una metafora. E’ un’altro paese, e tutti abbiamo il passaporto per entrarci”. I suoi insegnamenti raggiunsero gli angoli più remoti del mondo (egli diede origine a vere e proprie scuole e “scienze applicate”: dalla pedagogia alla medicina, all’agricoltura all’economia, ecc. ). Scrisse una quantità  straordinaria di libri dai titoli più strani e dai contenuti più stupefacenti epperò la valanga di idee proposte oscurano la chiarezza e la semplicità  della sua visione di base che, a tratti e a lampi ci illumina sul suo segreto imperscrutabile. Ma al di là  delle pretese della ragione, quello che ci attrae ò di essere stati in contatto con una mente capace di questa straordinaria qualità  di esperienza interiore. Il pensiero estetico-filosofico, che nel nostro discorso preannuncia l’operato di Rudolf Steiner in qualità  di pensatore e artista, verte sull’unione del principio della metamorfosi goethiana con l’estetica di Schiller: dal Tutto dipendono le parti che aspirano a compiersi nel loro incessante divenire sempre le stesse, ma mai identiche. Solo all’arte ò dato di sconfinare ciò che alla natura ò interdetto. In questo gioco creativo ò data all’uomo la libertà  concreta, e non meramente idealistica o fantastica, del suo essere per il mondo. Rudolf Steiner indica il soggetto della nostra enunciazione, ma non la significa. Il soggetto del nostro discorso ò costantemente eccentrico rispetto ai canali entro i quali ogni volta sembra attuarsi la sua visione del mondo. Niente ò più nascosto di quanto ciò che nell’operato steineriano appare: il segno grafico, che si colloca nell’interdetto, fa parte di un processo di pensiero attuato nel discorso in atto di cui, al suo apparire sotto forma di segno grafico, il portatore si ò già  disfatto. I disegni alla lavagna tracciati da Steiner durante le conferenze, essendo gesti che nascono da-e-con-la parola e rifluiscono in essa, si sono rivelati come l’eventualità  di un’opera d’arte. Il discorso in atto nelle conferenze appare anch’esso come l’eventualità  di una filosofia pratica, di un idealismo concreto che, nel disfarsi di ciò che crea, per sempre ri-generare la libertà  del creare, rende possibile l’esperienza di ciò che diviene. Attraverso il disparire del detto, nell’intervallo di senso, ci appare l’evento di un segno che, nell’intenzione originaria, non tenta la permanenza. La negazione della parola scritta, negata dall’attività  di Steiner conferenziere, attesta la volontà  di depensare l’opera. La parola si viene a posizionare nella stasi dell’azione discorsiva e nella scissura tra immagine e parola viene recuperata l’origine di un fenomeno primordiale. Fruire dopo sessant’anni di latenza storica di questi disegni attesta il ritorno ad un linguaggio fittizio che sta a fondamento di un soggetto che insiste a non divenire il vettore di significati permanenti. Steiner si ò occupato del sovrasensibile attraverso l’arte per non sottrarre forza alla vita; si ò rivolto al pensiero filosofico e scientifico per ribaltare le categorie estetiche del bello e dell’idea per “vedere la scienza con l’ottica dell’artista e l’arte con quella della vita” (Goethe) superando d’un solo colpo la dicotomia tra la scienza e ciò che pertiene all’operare artistico: l’arte come vettore di conoscenza e la scienza assunta come metodo conoscitivo. Per Steiner non esiste realtà  che non sia visibile, attraverso l’arte l’invisibile si dischiude alla forma apparente. L’arte si assume il compito etico di pre disporre alla libertà  senza scadere nell’illusione o nell’arbitrio soggettivo di chi crea. L’arte infine “non ò un’idea in forma sensibile, ma ò una realtà  sensibile in forma di idea. ” La domanda a cui abbiamo cercato di non rispondere ò se le lavagne di Steiner siano o no delle opere d’arte. Attraverso la negazione di un assunto teoretico abbiamo cercato di slittare sui significanti avendo ben chiara l’apertura al possibile determinata dall’atto creativo; questa apertura ò ciò che dal nostro punto di vista costituisce il senso di una vera critica, al di là  delle categorie artistiche e dei termini storicizzati, di cui pure, dovendone tener conto in questa sede, affermiamo l’importanza negandone l’assolutezza. II fondatore Nella sua autobiografia “II cammino della mia vita”, Rudolf Steiner (1861-1925) parla di esperienze soprasensibili che incontrarono opposizione nel suo ambiente. Il materialismo imperante lo ripugnava. I suoi obiettivi erano in contrasto con la sua idea dei mondi superiori. Malgrado ciò, riprese alcune idee di gente come Ernst Haeckel e Friedrich Nietzsche, per trasporle in seguito sul “livello superiore” della sua neonata “Scienza dello spirito”. Rudolf Steiner formulò la dottrina antroposofica fra il 1902 e il 1909. Accanto alle fonti induiste e buddiste, egli si ispirò soprattutto alla concezione nietzschiana del “ritorno dell’identico” per sviluppare la sua dottrina del ripetersi della vita sulla terra, cioò della reincarnazione. In quanto editore degli scritti scientifici di Goethe e collaboratore dell’archivio goethiano di Weimar, Steiner studiò approfonditamente il pensiero scientifico e filosofico di questo autore classico. Goethe aveva sviluppato l’idea di una “pianta originaria” soprasensibile, che conteneva, in quanto concetto superiore, tutte le singole piante sensibili. Spirito e materia rappresentano un’unità  in cui lo spirito ò il principio formante. Steiner riprese quest’idea e suppose l’esistenza di un'”idea originaria” anche per gli uomini e tutto il cosmo, che verrebbe raggiunta nella sua completa purezza in seguito ad uno sviluppo evolutivo. L’uomo attuale, rilevabile attraverso i sensi, rappresenterebbe quindi, uno stadio transitorio verso l’uomo spirituale. Attorno al 1900 Steiner entrò a far parte della Società  teosofica, fondata nel 1875 dal medium Helena Petrovna Blavatsky. I teosofi propagano un miscuglio di dottrine esoteriche e gnostiche, “rivelate”, come essi affermano, in modo soprasensibile. Steiner si distanziò inferiormente da molte di queste dottrine. I contrasti portarono infine all’allontanamento dai teosofi e alla fondazione della Società  antroposofica nell’anno 1913. Percorrere la via della conoscenza antroposofica significa ottenere dei poteri occulti di veggenza. L’obiettivo finale ò lo stesso di altri sistemi occulti, come la via dello yoga, la via gnostica o la meditazione dei rosacrociani: l’uomo deve creare in sè le prerogative perchè il “mondo spirituale” soprasensibile, cioò il mondo degli spiriti, possa penetrare in lui. A questo scopo le percezioni esterne devono passare sempre più in secondo piano, il pensiero, la volontà  e i sentimenti devono concentrarsi sulle realtà  soprasensibili, l’intelletto deve essere eliminato. Steiner sviluppò quattro stadi: 1. Stadio della scienza dello spirito. Con esso si intende soprattutto la lettura degli scritti di Steiner con un atteggiamento di apertura e privo di pregiudizi. Con ciò si persegue un triplice obiettivo: (a) una scuola di pensiero – nel campo dell’antroposofia; (b) una trasformazione della persona attraverso una piena identificazione nei contenuti; (c) una scuola di estetica. 2. Immaginazione. Quando l’anima si dedica a immagini, parole, formule o sentimenti simbolici, essa si libera dal campo fisico. Questo processo coincide con la tecnica della meditazione e dei mantra induisti. La persona si dissolve “con piena coscienza in due IO”. Essa deve “cancellarsi”. 3. Ispirazione. Immagini e simboli esteriori non sono più necessari dopo il distacco dalla realtà  fisica. Si ascende quindi alla lettura di uno “scritto misterioso” (Cronaca di Akasha) e al pensiero asensuale. Si ottiene un “udito inferiore”. L'”IO superiore” entra in contatto con gli spiriti che pensano in lui e formano il suo corpo astrale. 4. Intuizione. Mentre l’ispirazione significava entrare in contatto con un essere spirituale, l’intuizione significa “essere diventati completamente uno con esso, essersi uniti interiormente” e rappresenta quindi un ulteriore gradino sulla via della conoscenza soprasensibile. Steiner però si oppose allo spiritismo terra-terra e alla comune chiaroveggenza. Ma la sua via ò poi tanto diversa da quelle? Tutta la via della conoscenza serve alla dissoluzione della personalità  e all’eliminazione del pensiero critico. Ciò risulta evidente per esempio nello sviluppo di “due IO”, nella “cancellazione” del Sè e nell’infiltrazione di “mondi superiori”. Gli psicologi definiscono ciò che accade in questo caso uno sdoppiamento della personalità  con la perdita del senso della realtà . Dal punto di vista biblico, invece, si tratta di un’apertura all’azione demoniaca. Il sistema di Rudolf Steiner rappresenta un sistema religioso con carattere autoritario. Esso sussiste o crolla con la fede nel suo fondatore, nella sua via della conoscenza e nelle sue visioni. Se Steiner si ò sbagliato, tutto il sistema antroposofico crolla come un castello di carte. Come molti chiaroveggenti, Steiner lesse anche la Cronaca di Akasha, una misteriosa cronaca eterea, che ò situabile in qualche luogo indefinito fra la terra e il cielo e che conterrebbe la descrizione di tutti gli avvenimenti passati, presenti e futuri. Si tratta di una memoria universale che ha le sue origini nell’induismo, in cui colui che medita può penetrare tramite la fusione con il macrocosmo. Per scoprire qualcosa sul passato, tramite la Cronaca di Akasha, Steiner ritornò alle anime dei personaggi direttamente coinvolti. Per esempio rivisse le battaglie di Cesare nell’anima di Cesare. Ciò non ò altro che il noto fenomeno occulto dell’interrogazione degli spiriti dei defunti, anche se su un livello più alto, mascherato di “scientificità “. Agli occhi di Dio, però, tali azioni sono “un abominio” (Deuteronomio 18: 8 e seguenti). L’antroposofia rappresenta un culto dell’io. Passi biblici come Galati 2: 19 e seguenti (“lo vivo; ma non più io, bensì Cristo vive in me”) vengono interpretati in modo da affermare che il mio “IO inferiore” ò morto, mentre Cristo risorge quale mio “IO superiore”. Cristo non viene considerato un interlocutore reale e personale, ma in un certo senso una parte dell’uomo. In questo modo però, l’autodivinizzazione dell’uomo raggiunge il suo apice. In base alla testimonianza della Rivelazione biblica. Gesù Cristo ò il figlio dell’Iddio vivente e personale. Egli ò l’unica via che conduce al Padre, e ha compiuto tramite la sua morte espiatoria sulla croce la completa salvezza e la liberazione dai nostri peccati. Tramite la potenza della sua risurrezione egli offre ad ogni uomo, che crede in lui, la vita eterna. Steiner invece fa di Cristo un “principio”, un impulso cosmico, che continua a tenere in moto l’evoluzione. Secondo lui si tratterebbe dell’impulso all’autoredenzione, all’avanzamento del processo evolutivo attraverso le incarnazioni e la somma di buone opere. Si tratta di due concezioni completamente opposte. Nell’antroposofia, alla rivelazione biblica, si oppone una speculazione umana e occulta. In base alla dottrina antroposofica, il pensiero del karma ò alla base di ogni buona azione, cioò il tentativo di autoredimersi attraverso una vita lodevole. Ciò però ò in netto contrasto con il messaggio del vangelo della salvezza, secondo il quale l’uomo ò incapace di salvarsi da solo e soltanto Dio ha compiuto la salvezza. Soltanto chi pone tutta la sua fiducia in Gesù Cristo e crede che egli ò morto come vicario per i suoi peccati, può essere salvato. Senza dubbio le buone opere restano delle buone opere. Perlomeno agli occhi degli uomini. Ma ciò non implica necessariamente che esse siano apprezzate anche da Dio. Agli occhi di Dio ò buono soltanto ciò che avviene concordemente alla sua volontà . Se qualcuno vuole guadagnarsi la salvezza con le sue opere, tali opere non possono più essere buone agli occhi di Dio. Come in ogni altro caso, però, anche qui vale il fatto che Dio – e Dio soltanto – conosce il cuore del singolo e a lui non sono occulti i suoi e i miei moventi. Possiamo condannare la dottrina antroposofica, ma non il singolo seguace di tale dottrina (Matteo 7: 1). Senza radici non si hanno dei frutti. Ciò significa che la pedagogia, la medicina, l’agricoltura, l’arte e tutte le altre attività  antroposofiche sono influenzate e permeate della concezione dell’universo di Steiner e del suo occultismo. Nella pedagogia la concezione dell’uomo steineriana determina cosa e quando qualcosa debba essere insegnato. L’insegnamento scolastico viene suddiviso, secondo la dottrina dei quattro corpi, in ritmi settennali. L’insegnante deve fornire al bambino degli “aiuti per la reincarnazione”. L’uomo viene giudicato in grado di raggiungere la perfezione in base alle ideologie dell’evoluzionismo e dell’umanesimo. Le storie bibliche vengono studiate accanto alle favole, alle leggende, ai miti, con un miscuglio di religioni. Termini, pratiche, contenuti didattici (p. e. l’euritmia) e lo stile architettonico antroposofico caratterizzano la giornata scolastica perlomeno in modo subliminale. Continuamente si diffondono inviti a manifestazioni della Società  antroposofica e spesso anche alle cerimonie di consacrazione della “Comunità  dei cristiani” proceduta dall’antroposofia. La vita in una scuola Waldorf non ò quindi affatto ideologicamente neutrale. Anche nella medicina antroposofica la suddivisione dell’uomo in corpi visibili e sensibili e in corpi invisibili e soprasensibili determina la diagnosi e la scelta dei medicinali. Si afferma che “forze misteriose” e “spiriti gerarchici” parlino all’uomo tramite i prodotti alimentari e i medicinali. Le sostanze non sono morte, ma sono considerate animate da un “mondo spirituale soprasensibile” che agisce nel corpo, per esempio attraverso il potenziamento omeopatico. I prodotti Weleda e Wala rientrano in questo campo. Anche nell’agricoltura biologica-dinamica sviluppata da Steiner, la materia viene considerata animata, portatrice di poteri terreni e cosmici. Tenendo conto delle costellazioni astrologiche e di processi alchimici, i preparati vengono prodotti e “dinamizzati”. In altre parole, vi vengono racchiuse le energie cosmiche. Come esempio ecco due citazioni dal “Corso di agricoltura” di Steiner. Contro i topi di campagna egli consiglia la seguente “ricetta”: “Nel periodo in cui Venere si trova nel segno dello Scorpione, ci procuriamo la pelle di questo topo e la bruciamo, prendendo accuratamente ciò che si sviluppa tramite la combustione, cioò quello che rimane – (… ) In ciò che ò stato distrutto dal fuoco, resta soltanto la forza negativa nei confronti della forza riproduttiva del topo di campagna. Se quindi la sostanza ricavata in questo modo (… ) viene sparsa sul campo, se ò stato passato per il fuoco nel modo giusto al momento della massima congiunzione di Venere e dello Scorpione, si otterrà  il mezzo che terrà  lontani i topi da quel campo. ” Steiner espone quanto segue a proposito del fertilizzante contenuto nel corno di mucca: “Sotterrando il corno di mucca con il suo contenuto di letame, conserviamo nel corno di mucca le forze che esso esplicava abitualmente nella mucca stessa, cioò riflettiamo ciò che ò vivificante e astrale (… ) Il contenuto di letame del corno verrà  interiormente vivificato con queste forze (… ) Tutta la vita viene conservata in questo letame… ” Qui troviamo un’unione dell’astrologia e della magia. L’agricoltura biologica-dinamica con i suoi “prodotti Demetra” (Demetra era la dea della fertilità  pagana dei greci) va nettamente distinta da altri metodi agricolturali – quello biologico-organico o quello integrato – in cui non si fa uso di questi metodi occulti. Nell’arte antroposofica (p. e. euritmia e architettura) si vuole esprimere la presenza di mondi soprasensibili tramite il linguaggio, il movimento e la forma. “Con una palpante atmosfera di attesa si ascolteranno i movimenti delle vocali, delle consonanti, dei pianeti e delle posizioni zodiacali in sè, per poter scoprire le forze e i movimenti spirituali che hanno formato la varietà  di forme della nostra terra e dell’uomo… L’euritmia vorrebbe proseguire il lavoro che gli esseri superiori hanno compiuto nell’individualità  prima della nascita e poi, durante la prima infanzia, nella formazione dell’organismo, nello sviluppo delle facoltà  motorie, del linguaggio e del pensiero. ” (da: E. Gà¶bel, “Euritmia nella scuola materna”). Con l’euritmia e nelle rappresentazioni di misteri di Steiner, vengono praticate delle vere e proprie danze spiritiche. Vorrei mettere in guardia contro le istituzioni antroposofiche. Anche se trasmettono molte cose che apparentemente sembrano positive, giuste e affascinanti, attraverso la e fascino si affaccia il potere del male. Non per nulla la Bibbia ci avverte che Satana si traveste da “angelo di luce” (2 Corinzi 11: 14). Chi pensa di poter raccogliere i frutti dell’antroposofia, senza rimanere avvelenato dalle sue radici, si illude. La Bibbia critica espressamente l’antroposofia. L’apostolo Paolo scrive infatti nella Prima Lettera ai Corinzi, al capitolo 2, versetti 1 a 5: “E io, fratelli, quando venni da voi, non venni ad annunziarvi la testimonianza di Dio con eccellenza di parola o di sapienza; poichè mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorchè Gesù Cristo e lui crocifisso. lo sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore; la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinchè la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana (greco sophia anthropo = antroposofia), ma sulla potenza di Dio. ” Tutti i veri filosofi sono artisti dei concetti. Per loro le idee divennero materiale artistico, e il metodo scientifico tecnica artistica. Il pensare astratto acquista così vita concreta e individuale. Le idee diventano forze di vita. (Rudolf Steiner, 1894, GA 4: 199) L’analisi del pensiero di Rudolf Steiner affrontata in questo contesto storico-artistico predilige un punto di vista specifico all’interno del vasto orizzonte di senso offerto dall’ermeneutica steineriana. Un punto di vista dal quale emerge un caso critico del tutto particolare: il caso di un “filosofo-artista”. Per Friedrich Nietzsche, secondo Martin Heidegger, scegliere la prospettiva dell’arte per la pratica della conoscenza significa non intendere più: il concetto di filosofia secondo la figura del moralista, di colui che, contro questo mondo che non vale niente, pone un mondo superiore,… contro questo moralista nichilista,… deve essere posto l’anti-filosofo, il filosofo del contromovimento, il “filosofo-artista”. Questo filosofo ò artista in quanto forma, operando sull’ente nel suo insieme, ossia anzitutto là  dove l’ente nel suo insieme si manifesta, sull’uomo. (cors. nostro) Steiner cominciò a leggere Nietzsche dal 1889: “il primo libro che lessi fu Al di là  del bene e del male…, amavo il suo stile, amavo il suo ardimento…, mi sentivo vicino a lui nelle lotte e sentivo anche di dover trovare un’espressione a questo senso di affinità . ” Steiner, La mia vita -tit. or. Mein Lebensang (1923-1924), pubblicata sul settimanale “Das Goetheanum”, ora in GA 28: 141. Il legame che si instaurò tra il pensiero di Steiner e quello nietzschiano fu immediato: ” io sentii in Nietzsche quel libero librarsi delle sue idee, la loro lievità  mi entusiasmavano perchè quel suo libero volare aveva maturato in lui molti pensieri simili a quelli che, per vie del tutto diverse, s’erano formati in me…, la mia fiducia in lui fu immediata…, dirò che lo compresi come se avesse scritto per me. ” Steiner, GA 28: 193 L’opera di Steiner, lungo i percorsi speculativi che attraversano il pensiero estetico, si coniuga in più luoghi con la visione del mondo nietzschiana, di cui Steiner approfondisce la conoscenza durante il suo lavoro presso l’Archivio Nietzsche a Weimar nel 1894. ( cfr. Rudolf Steiner, Friedrich Nietzsche, Ein Kà¤mpfer gegen seine Zeit, (1895), 3 ed. 1963 RSN, pp. 203, GA 5, tr. it. Friedrich Nietzsche, un lottatore contro il suo tempo, 1 ed. Lanciano, Carabba 1925, 2 ed. Roma, Tilopa 1991). L’anno seguente, sotto l’enunciato: Nietzsche un lottatore contro il suo tempo, Steiner pubblica una trattazione sulla dottrina nietzschiana in cui pone in luce le innovazioni e i limiti del pensiero del filosofo indicando i confini e le aspirazioni in cui egli vede incarnato il destino del XIX secolo. Steiner edifica il programma scientifico-spirituale della sua filosofia realizzando il suo progetto di mondo attraverso la messa in opera di ciò che egli chiama Antroposofia: la conoscenza dell’uomo. “Ogni cosa prodotta” da Steiner in nome della Antroposofia ò all’insegna dell’arte e questo suo “saper produrre” ò sotto il segno di un pensiero d’artista. Prima di procedere oltre ò per noi di fondamentale importanza chiarire, attraverso l’interpretazione heideggeriana, il senso che Nietzsche attribuisce alle parole: arte e artista. Ciò ò essenziale poichè tutte le volte che compariranno i termini arte e artista li impiegheremo unicamente nel significato elaborato dal pensiero nietzschiano: Arte non significa qui il ristretto concetto odierno nell’accezione di ‘belle arti’…, Nietzsche interpreta quel precedente uso del termine arte inteso in senso lato, nel quale le ‘belle arti’ sono soltanto una specie di arte fra le altre…, l’artista in senso stretto che produce opere di ‘belle arti’ ò “solo uno stadio preliminare” (Martin Heidegger, Nietzsche, ) L’interpretazione di Heidegger circoscrive quindi il senso conferito alla parola arte identificandolo con il concetto: “ogni cosa prodotta” e il concetto relativo alla parola artista con “ogni saper produrre”. Il senso dei due concetti così determinato indica una direzione ermeneutica che consente di risalire all’assunto teorico che ò alla base dello sviluppo del pensiero di Steiner e costituisce una sorta di manifesto sintetico-programmatico ante litteram di tutta la sua attività  conoscitiva. Ed ecco in che senso Steiner incarna, dal nostro punto di vista, il filosofo-artista auspicato da Nietzsche: Il filosofo-artista. Superiore concetto dell’arte. Se l’uomo possa porsi tanto distante dagli altri uomini da plasmarli? (Esercizi preliminari: 1- colui che plasma se stesso, il solitario; 2- l’artista quale ò stato finora, cioò un piccolo perfezionatore, rispetto ad una materia). (F. Nietzsche) L’artista che secondo Nietzsche si ò rivolto finora solo alla materia non può essere che un “piccolo perfezionatore”; il filosofo, colui che non può far altro che plasmare il suo pensiero, non ò che un solitario. L’artista e il filosofo quindi sono solo ad uno “stadio preliminare” della vera conoscenza. Ma entrambi sono necessari per poter concepire il frutto della loro unione: “il filosofo-artista”, colui che sarà  in grado di creare un “superiore concetto dell’arte”.

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  • Filosofia - 1900

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