Saggio breve su Petrarca - Studentville

Saggio breve su Petrarca

Saggio breve su Francesco Petrarca: saggio breve svolto su Francesco Petrarca, sul dissidio interiore e sulle tematiche da lui affrontate nelle poesie del Canzoniere e nelle sue opere principali.

SAGGIO BREVE SU PETRARCA

Stai studiando Francesco Petrarca e il tuo insegnante ti ha assegnato un saggio breve su questo autore? Bene, per prima cosa devi sapere che Petrarca è un autore molto importante, in quanto le sue poesie verranno imitate da tantissimi poeti nei secoli successivi. Per questo motivo, dovrai studiarlo in modo approfondito e dovrai comprendere a fondo il suo pensiero, la sua poetica e le contraddizioni e i conflitti interiori nella sua personalità: egli infatti, se da un lato è il laico che canta l’amore per Laura, dall’altro è però il cristiano che si strugge per la salvezza della propria anima. E allora, proviamo ad approfondire questo aspetto, svolgendo un saggio breve su quali riflessi ha il dissidio interiore sulla scrittura di Petrarca: ecco l’esempio svolto completo di traccia e documenti!

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saggio breve su Petrarca

SAGGIO BREVE PETRARCA: DOCUMENTI

Prima di cominciare a scrivere il nostro saggio breve è utile consultare e leggere bene i documenti presenti nella traccia, che dovrai poi citare all’interno del tuo svolgimento:

Documento 1. 
Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond’io nudriva ’l core
in sul mio primo giovenile errore
quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono,

del vario stile in ch’io piango et ragiono
fra le vane speranze e ’l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.

Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;

et del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto,
e ’l pentersi, e ’l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno
(Dal Canzoniere)

Documento 2.
Movesi il vecchierel canuto et biancho
del dolce loco ov’à sua età fornita
et da la famigliuola sbigottita
che vede il caro padre venir manco;

indi trahendo poi l’antiquo fianco
per l’extreme giornate di sua vita,
quanto piú pò, col buon voler s’aita,
rotto dagli anni, et dal camino stanco;

et viene a Roma, seguendo ’l desio,
per mirar la sembianza di colui
ch’ancor lassú nel ciel vedere spera:

cosí, lasso, talor vo cerchand’io,
donna, quanto è possibile, in altrui
la disïata vostra forma vera.
(Dal Canzoniere)

Documento 3.
Chiare, fresche e dolci acque,
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo ove piacque
(con sospir’ mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior’ che la gonna
leggiadra ricoverse
co l’angelico seno;
aere sacro, sereno,
ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse:
date udïenza insieme
a le dolenti mie parole estreme.

S’egli è pur mio destino
e ‘l cielo in ciò s’adopra,
ch’Amor quest’occhi lagrimando chiuda,
qualche gratia il meschino
corpo fra voi ricopra,
e torni l’alma al proprio albergo ignuda.
La morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo:
ché lo spirito lasso
non poria mai in piú riposato porto
né in piú tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l’ossa.

Tempo verrà ancor forse
ch’a l’usato soggiorno
torni la fera bella e mansüeta,
e là ‘v’ella mi scorse
nel benedetto giorno,
volga la vista disïosa e lieta,
cercandomi; e, o pietà!,
già terra in fra le pietre
vedendo, Amor l’inspiri
in guisa che sospiri
sí dolcemente che mercé m’impetre,
e faccia forza al cielo,
asciugandosi gli occhi col bel velo.

Da’ be’ rami scendea
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior’ sovra ‘l suo grembo;
ed ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l’amoroso nembo.
Qual fior cadea sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch’oro forbito e perle
eran quel dí a vederle;
qual si posava in terra, e qual su l’onde;
qual con un vago errore
girando parea dir: – Qui regna Amore. –

Quante volte diss’io
allor pien di spavento:
Costei per fermo nacque in paradiso.
Cosí carco d’oblio
il divin portamento
e ‘l volto e le parole e ‘l dolce riso
m’aveano, e sí diviso
da l’imagine vera,
ch’i’ dicea sospirando:
Qui come venn’io, o quando?;
credendo d’esser in ciel, non là dov’era.
Da indi in qua mi piace
quest’erba sí, ch’altrove non ò pace.

Se tu avessi ornamenti quant’ài voglia,
poresti arditamente
uscir del bosco, et gir in fra la gente.

CONTRADDIZIONI E CONFLITTI INTERIORI NELLA PERSONALITÀ DI PETRARCA, SAGGIO BREVE: TITOLO E CONSEGNA

 Tenendo in considerazione la struttura del saggio breve, scegliete un bel titolo e una consegna per il vostro saggio:

  • Titolo: La lunga lotta interiore di un grande poeta
  • Consegna: rivista letteraria

DISSIDIO INTERIORE DI PETRARCA, SAGGIO BREVE: INTRODUZIONE

 Amare e pentirsi perché l’amore è una distrazione da ciò che è il fine dell’uomo: avvicinarsi sempre di più a Dio. E’ questo, in pochissime parole, il dissidio interiore che tormenta Petrarca per tutta la vita.

SAGGIO BREVE SU QUALI RIFLESSI HA IL DISSIDIO INTERIORE SULLA SCRITTURA DI PETRARCA: SVOLGIMENTO

 Questa lotta tra i due poli opposti dell’animo di Petrarca si riflette nella maggior parte delle sue opere, in particolare nel Canzoniere. In una lettera il poeta si paragona ad Ulisse, il quale nella Divina Commedia di Dante simboleggia il viaggiatore per eccellenza. I suoi viaggi sono però pieni di errori, termine che si riferisce sia al vagare senza meta sia agli sbagli: il concetto di errore e di pentimento è centrale in Petrarca. Qualsiasi viaggio per lui è una deviazione dalla meta più importante in assoluto, Dio. E qual è l’errore di Petrarca? Il suo sbaglio principale è essere innamorato di Laura: potrebbe sembrare un pensiero sciocco per una persona dei giorni nostri, ma all’epoca mettere al secondo posto l’amore per Dio e preferire l’amore profano per una donna era un qualcosa di cui pentirsi. Ma Petrarca è ossessionato da Laura, dalla sua figura angelica, dalla sua eterea bellezza. E l’ossessione aumenta con la morte di Laura, tant’è che il poeta rinuncia gradualmente a questo amore, attraversa un periodo di pentiment,o e poi converte i suoi sentimenti in amore per Dio e la Madonna. Il pentimento e la conversione sono già evidenti nel sonetto iniziale che funge da proemio a tutto il Canzoniere: Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono. Qui Petrarca precisa che, a distanza di anni, adesso è un uomo nuovo e non intende più commettere gli errori di gioventù, meditando sulla vanità dell’amore (vane speranze, vano dolore, favola). Riflettendo sugli amori giovanili Petrarca si pente e prova vergogna: in fondo, non valeva la pena piangere e sospirare per qualcosa che non era destinato a durare. Il contrasto tra amore terreno e amore verso Dio lo troviamo anche nel sonetto Movesi el vecchierel canuto e bianco, ma qui non abbiamo pentimenti o tentativi di conversione: semplicemente, il poeta paragona il pellegrinaggio a Roma di un vecchietto per vedere il volto di Cristo impresso in un pezzo di stoffa della Veronica e il vagare del poeta alla ricerca del volto di Laura nei visi delle altre donne. Petrarca, in poche parole, contrappone la sua vana ricerca al pellegrinaggio spirituale del vecchietto.

SAGGIO BREVE SVOLTO SU PETRARCA: CONCLUSIONE

 

Il dissidio interiore di Petrarca è dunque evidente in tutte le sue opere: è un perenne soffrire, una lotta continua, che però alla fine viene sedata con il pentimento e la conversione verso un amore più alto ed eterno, quello verso Dio.

Prendi spunto anche dai temi svolti su Petrarca:

FRANCESCO PETRARCA: RIASSUNTI E APPUNTI

 

Se vuoi approfondire Francesco Petrarca ecco tutti gli appunti che ti servono:

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