Oggi ricorre la memoria di san Martino, con la sua estate (che in diverse parti d’Italia quest’anno c’è veramente). Tutti ricordiamo la poesia di Giosuè Carducci (1835-1907) dal titolo San Martino: “La nebbia agli irti colli / piovigginando sale…”. Carducci nello scrivere questa poesia si è lasciato ispirare da due testi poetici di Ippolito Nievo (1831-1861), pubblicate nel 1858 nel canzoniere Le Lucciole. Le due poesie di Nievo hanno un titolo comune – Gli amori in servitù – e noi ve le riportiamo, per andare alle fonti di quella poesia che molti di noi hanno dovuto imparare a memoria (si usa ancora oggi nelle scuole far imparare a memoria le poesie? Insieme alla parafrasi in prosa è il modo migliore per far odiare le poesie…)
Quando dai poggi ameni
L’aura autunnal respiro
Tutti ne vanno in giro
Ridendo i miei pensier.Il paesello è assiso
Sopra un’ombrosa china;
Lo guarda ogni collina
In atto lusinghier.Al rosseggiar del vespro
Cinguetta il passeraio,
L’artigianello gaio
Canta nel suo camin;E noi, qual fosse appunto
Pupillo nostro il mondo,
Sediam in piazza a tondo
Librandogli il destin.
***
Già un vasto mar di nebbie
E d’ombra il pian sommerge,
Donde il pennon s’aderge
Di qualche fumaiuol.L’ombra per colli e monti
Inerpicando sale;
Par che l’estremo vale
Mandi alla terra il sol,E l’ultimo suo raggio
Perdendosi sublime
Sulle nevose cime
Cerca il natio candor.Tal nel morire a un’alta
Speme sorgendo io pure,
Racquisterò le pure
Soavità d’amor!
Foto | Flickr
- Tesine