Il termine “romanzo", nell’antichità, non esisteva. Gli scrittori, infatti, utilizzavano per questi componimenti termini più generici, come fabula o historia. I critici indicano con il termine “romanzo” il Satyricon di Petronio e le Metamorfosi di Apuleio, in ambito latino, e una serie di componimenti greci del I-IV sec. d.C.
Il romanzo di Petronio, però, si differenzia molto da quelli greci. Questi ultimi, infatti, hanno delle caratteristiche specifiche: la trama è quasi sempre la stessa (una coppia di innamorati che vengono separati dal destino e devono affrontare una serie di avversità prima di coronare il loro sogno d’amore), i personaggi sono presi sul serio e suscitano simpatia, non c’è un preciso inquadramento storico e l’amore è trattato con pudicizia. In Petronio, invece, non c’è un’unica trama, poiché essa risulta essere composta da una serie di scene. Inoltre l’amore non è visto in modo casto: nel Satyricon non ci sono valori morali, si parla molto di sesso e il protagonista ha diverse avventure sessuali. In più, si parla di amore omosessuale (quello tra Encolpio e Gitone) e i due amanti stanno sempre insieme e non vengono mai separati dal caso. Ecco perché il Satyricon viene visto come una parodia del romanzo greco. Petronio, inoltre, utilizza il “prosimetro”: accanto alla prosa, cioè, inserisce degli inserti in poesia fatti recitare principalmente dal protagonista Eumolpo. Infine, interviene nella narrazione con commenti. Sono, però, commenti fuori luogo, perché, pur ironici, non si addicono mai alla situazione a cui si riferiscono.
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