In planitie apud flumen Algidum Aequorum Volscorumque acies proelio lacessebant Romanos; ii autem e castris non discesserunt, pugnam detrectantes. Postquam igitur Aequi et Volsci velut victores ex acie concesserant, partim in proximos Hernicorum Latinorumque fines incursiones fecerunt, partim in planitie castrorum praesidio manserunt.
Sed postero die Romani ex improviso in hostium castra impetum fecerunt; Aequi et Volsci neque se colligere potuerunt neque aciem instruere, quod undique a nostris circumventi atque oppressi sunt; totum igitur per diem incomposite ac tumultuose pugnaverunt, Romanorum impetus sustinentes. Postremo, sub vesperum res fere desperata erat: Volscis et Aequis una salutis spes in fuga fuit. Sed fugientes ab equitatu Romanorum omnes capti aut caesi sunt.
Versione tradotta
Nella pianura presso il fiume Algido gli eserciti schierati degli Equi e dei Volsci provocavano i romani a battaglia; questi invece non si allontanarono dall'accampamento, rifiutando la battaglia. Dopo che dunque gli Equi ed i Volsci per così dire da vincitori si erano allontanati dal campo, alcuni fecero incursioni nei confini degli Ernicori e dei Latini, altri rimasero a difesa nella pianura dell'accampamento. Ma l'indomani i Romani all'improvviso fecero irruzione nell'accampamento dei nemici; Gli Equi ed i volsci non riuscirono ad unirsi e neppure ad istruire la schiera, perché furono circondati ed oppressi dai nostri in tutte le direzioni; dunque per tutto il giorno combatterono senza ordine e e con grida, sostenendo gli attacchi dei Romani. Infine, allo spuntar della sera la situazione era quasi disperata: L'unica speranza di salvezza per gli Equi ed i Volsci fu nella fuga. Ma fuggendo tutti dalla cavalleria dei Romani furono catturati o uccisi.
- Letteratura Latina
- La Lingua delle Radici 1
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