Le fasi storiche della lingua egiziana vedono l’antico egiziano (Antico Regno), il medio egiziano (Medio Regno), considerato la lingua classica e impiegato nei testi ufficiali, il neoegiziano (Nuovo Regno) e il demotico; una fase più recente è testimoniata dal copto. La scrittura inizialmente pittografica, si modificò in senso ideografico-sillabico e assunse successivamente le forme: geroglifica basata sulla combinazione del pittogramma, dell’ideogramma e del fonogramma e usato prevalentemente nelle iscrizioni; ieratica una forma abbreviata del precedente; demotica, espressione di un’ulteriore semplificazione e copta influenzata dal sistema alfabetico greco.
Il geroglifico, parola che significa "carattere sacro inciso", è la più antica delle tre scritture egiziane. La designazione è di Clemente Alessandrino che chiama le sue lettere "hyerogliphica" vale a dire lettere sacre incise. Dizione errata in quanto i geroglifici non hanno alcunchè di sacro, salvo per il fatto che furono inventati dal dio Thot.
Si cominciò ad utilizzarla pressappoco 3200 anni prima di Cristo ed è una delle più antiche scritture della Terra. Ma i segni e i disegni non erano adatti per indicare molte cose astratte come bontà, pensiero; molti verbi come aspettare, vivere, pensare e in genere molti concetti erano difficili da esprimere. Per rimediare a ciò, attraverso parecchi secoli gli egiziani modificarono la loro scrittura: diedero ad ogni figura il valore di un suono, come noi ne diamo uno alle lettere.
Accanto a quella geroglifica esisteva un’altra scrittura chiamata dai greci hieratica (= sacra); neanche questa però non aveva nulla di sacro.
Lo ieratico era un geroglifico corsivo e più sbrigativo utilizzato per tutto ciò che non dovesse esser inciso su pietra, né avere carattere ufficiale. Contrariamente a quanto si possa pensare, era questa la grafia ordinariamente impiegata dalle persone colte in epoca tolemaica romana.
Con successive semplificazioni la scrittura ieratica sfocerà in quella chiamata dai Greci, ancora una volta erroneamente, demotica, cioè "popolare" in uso dall’VIII secolo a.C., alla fine dell’impero romano, così detta per distinguerla dalla scrittura precedente, propria della casta sacerdotale.
Il copto era un miscuglio di dialetti, infarciti di grecismi e di parole orientali, scritti con i caratteri greci, con l’aggiunta di sette segni in più per indicare suoni che il greco non aveva. Era la lingua tardo-egizia adottata dai cristiani indigeni che non amavano usare il greco perché "lingua dei pagani" e nella quale si conservano moltissime traduzioni di testi sacri. In ogni caso è una lingua che presenta legami abbastanza stretti con l’antico egizio per la facilità di comprensione grazie alla presenza di vocali.
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