Se questo è un uomo: scheda libro e analisi
Dati e scheda riassuntiva:
- AUTORE: Primo Levi
- TITOLO: Se questo è un uomo
- Data di Composizione: dicembre 1945 – gennaio 1947
- Anno di pubblicazione: 1947
- NARRATORE: interno.
- PUNTO DI VISTA: interno
SE QUESTO È UN UOMO: ANALISI E PERSONAGGI
Primo Levi: è il protagonista di questo romanzo; prima di essere fatto prigioniero si era laureato in chimica nella città natale, Torino. Nel 1943 si unì ad una banda partigiana. Entrato nella BUNA, il campo di sterminio nel quale venne segregato per circa un anno e mezzo, il suo nome è cambiato da Primo al numero 174517 tatuatogli sul braccio destro. Nei primi tempi passati nel campo di prigionia riesce a conservare le energie, riuscendo quindi a svolgere abbastanza facilmente le mansioni a lui assegnate, ma col passare del tempo le forze lo abbandonano a causa della pessima alimentazione ( zuppa di patate annacquata ) che non gli consente di recuperare le energie. Fisicamente Primo Levi si presenta come un uomo basso, con palpebre e guance gonfie, collo sottile e costole in evidenza. Levi è un uomo astuto, deciso e coraggioso, ma è anche comprensivo e molto intelligente; ricordiamo inoltre, che i primi tre connotativi elencati sono fondamentali per la sopravvivenza in Buna.
Alberto: è il migliore amico di Levi all’interno del campo. E’ un giovane venticinquenne di origine italiana, che, appena entrato nel lager, ha dimostrato una grande capacità di adattamento. Egli è entrato nel campo a testa alta e vi vive a testa alta e incorrotto. Ha capito che la vita in Buna è una guerra: non si è concesso indulgenze, non ha perso tempo a recriminare o ad autocommiserarsi, anzi, fin dal primo giorno è sceso in campo. Lo sostengono l’intelligenza e l’istinto: ragiona giusto e sa tutto al volo. Alberto capisce un po’ di francese e capisce quando gli parlano tedeschi e polacchi, risponde in italiano e a gesti, si fa capire subito e riesce simpatico. Lotta per la sopravvivenza eppure riesce ad essere amico di tutti; conosce chi bisogna corrompere, chi evitare, chi impietosire, a chi resistere.
Arthur: è un piccolo e magro contadino francese che, alla fine del romanzo, fra la fuga dei tedeschi e l’arrivo dei russi, aiuterà con il connazionale Charles, Primo a sfamare le molte persone malate rimaste come loro nel campo. E’ una persona molto coraggiosa, attenta e sicura di sé.
Charles: è un insegnante di trentadue anni di nazionalità francese. E’ un uomo forte sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista morale, è comprensivo, deciso nelle sue azioni ed è coraggioso.
PERSONAGGI SECONDARI
Resnyk: all’inizio del racconto era il compagno di letto di Primo. E’ di origine polacca che ha vissuto vent’anni a Parigi e parla molto bene il francese. Ha trent’anni ed è molto forte e robusto.
Lorenzo: diviene amico di Levi nel periodo in cui i russi si stavano avvicinando al campo di concentramento. Costui aiuta molto l’autore rammentandogli continuamente il suo modo di essere buono perché la sua umanità è pura e incontaminata; riesce, così, nel suo intento permettendo a Primo di non dimenticare di essere un uomo.
Jean: è un giovane studente ventiquattrenne che lavora nel KOMMANDO CHIMICO con la carica di PIKOLO, ovvero di fattorino addetto alla pulizia della baracca, a lavare le gamelle, alla consegna degli attrezzi, al conto delle ore di lavoro nel kommando. E un tipo scaltro, socievole, e fisicamente robusto.
Steinlauf: diviene il migliore amico dell’autore già una settimana dopo che questi è entrato in Buna. Ha cinquant’anni ed è un sergente dell’esercito austro-ungarico. E’ un uomo di buona volontà, molto saggio e con molte virtù.
Verso la fine del romanzo, quando la Buna è ormai sotto il controllo dei prigionieri poiché le SS si sono ritirate all’arrivo dei russi, altri personaggi vengono in aiuto di Primo, di Charles e Arthur. Fra questi troviamo:
Sertelet: un contadino del Vosgi di vent’anni; pareva in buone condizioni ma di giorno in giorno la sua voce andava assumendo un sinistro timbro nasale, a ricordare che la difterite raramente perdona.
Aleai: è un vetraio ebreo di Tolosa; è una persona tranquilla e assennata.
Schenck: è un commerciante ebreo: convalescente di tifo e, come tutti i prigionieri, sempre con una gran fame.
Towaroaski: è un ebreo franco-polacco, sciocco e ciarliero, ma utile nella comunità per il suo comunicativo ottimismo.
Walter Bonn: è un vicino di cuccetta di Primo nel KA-BE ( baracca adibita ad ospedale ) presta all’autore il coltello, perché cortese e generoso di natura.
Chajim: è il compagno di Levi prima che questi entri nel Ka-Be a causa di una ferita al piede. E’ un polacco ebreo studente in legge. Ha circa la stessa età di Primo e prima di essere catturato lavorava come orologiaio; in Buna è diventato un meccanico di precisione.
Null Achzehn: è il compagno di letto di Levi nel Ka-Be. È un giovane privo di astuzia e strano: nello svolgere il lavoro assegnatogli da fondo a tutte le proprie forze fino a crollare di schianto senza alcuna perola di avvertimento, senza sollevare dal suolo gli occhi tristi e opachi.
Schepschel: vive nel lager da ormai quattro anni. Ha visto morire attorno a sé decine di migliaia di suoi simili, a partire dal pagram che lo ha cacciato dal suo villaggio in Galizia. Qui aveva moglie e cinque figli e un negozio di sellaio. E’ un uomo poco robusto, non ha molto coraggio, non è neppure molto simpatico, né molto malvagio; è anche poco furbo e non ha trovato una sistemazione che gli conceda un po’ di riposo. Ogni tanto ruba in Buna una scopa per poi rivenderla e, quando ha messo da parte un po’ di pane affitta i ferri da ciabattino e costruisce bretelle.
Ingegner Alfred L.: prima di entrare in Buna dirigeva nel suo paese una importantissima fabbrica di prodotti chimici. È un uomo robusto sulla cinquantina, sempre ben pulito e con abiti nuovi. Svolge l’incarico assegnatogli nel lager mettendoci molto impegno. Si adatta con molta facilità alle leggi del campo.
Henri: è un giovane ventitreenne molto intelligente, parla francese, tedesco, inglese e russo, possiede inoltre un’ottima cultura classica e scientifica. Il fratello di Henri è morto in Buna nel dicembre del 1943 e dalla sua morte si è chiuso in sé, lottando per la propria sopravvivenza. Fisicamente ha il corpo e il viso molto delicati, gli occhi neri e si muove in modo molto elegante.
Elias Lidzin: è uno degli ebrei presenti nel Kommando Chimico. E’ un uomo non più alto di un metro e mezzo ma molto muscoloso. Sotto il cuoio capelluto le suture craniche sporgono smisurate; il cranio è massiccio e dà l’impressione di essere di metallo o di pietra. Il naso, il mento, la fronte, gli zigomi sono duri e compatti:l’intero viso sembra una testa d’ariete. E’ un gran lavoratore, molto forte e capace.
SE QUESTO È UN UOMO: RIASSUNTO
Scheda riassuntiva del sistema dei personaggi in Se Questo è un Uomo:
- PROTAGONISTA: Primo Levi.
- AIUTANTI: Alberto, Charles, Arthur, Lorenzo, Jean, Steinlauf, Aleai, Scenek, Chajim, Null Achtzehn.
- ANTAGONISTA: la grande macchina ideata dai nazisti per l’annientamento della persona umana.
- OPPOSITORI: soldati nazisti.
- OGGETTO: l’oggetto di questo romanzo è l’obiettivo di Levi: sopravvivere alla prigionia nell’anima, nella mente e nel corpo; e ritrovare la libertà che gli era stata tolta.
- DESTINATARIO: Primo Levi
SE QUESTO È UN UOMO: TRAMA
“Se questo è un uomo” è stato scritto da Primo Levi e racconta la sua storia, una storia uguale a quella di migliaia di prigionieri strappati come lui dalle proprie case per essere deportati in un campo di concentramento limitrofo ad Auschwitz chiamato Buna. Il 13 dicembre 1943 Primo è catturato dai fascisti. Essendo ebreo, oltre che partigiano, viene rinchiuso in un “campo di concentramento” italiano da dove, pochi giorni dopo, insieme ad altri novantasei connazionali, è tradotto nel campo di concentramento BUNA con un treno speciale nel quale viaggiano in condizioni pessime: privi di acqua, cibo e vestiti per ripararsi dal freddo. Una volta scesi dal treno la prima cosa che Levi e i compagni vedono sono due drappelli di uomini che marciano come burattini, camminando tutti allo stesso modo.
Ben presto anche Primo e gli altri diventano come loro nel tentativo di adattarsi alle leggi paradossali e apparentemente incomprensibili del campo; imparano anche a non fare domande e ad arrangiarsi. Subito dopo il loro arrivo i tedeschi si misero all’opera, umiliando, facendo lavorare duramente e costringendo a sottostare ai loro ordini i prigionieri, al fine di trasformarli dagli uomini che erano alle bestie che vedevano in loro: questo è anche uno dei motivi per cui vengono applicate leggi che regolano la vita del lager, che sono apparentemente insulse, ma se trasgredite comportano severe punizioni. Si può quindi capire perché l’unico modo per sopravvivere consisteva nel farsi furbi, rubare e barattare ciò che si era rubato con camicie, coltelli o qualunque altro genere di prima necessità; ciò di cui si aveva bisogno lo si poteva anche comprare, la “moneta” più diffusa era il proprio rancio: un pezzo di pane raffermo e mezza razione di zuppa acquosa di patate. Così facendo la poca quantità di cibo rimasta non permetteva di far recuperare le energie consumate durante il lavoro, così spesso i prigionieri deperiscono e si ammalano. Ad aggravare ulteriormente la situazione, ogni tanto, ci sono le selezioni durante le quali tre SS passano per le baracche e dopo aver osservato per pochi secondi li fisico dei prigionieri decidono chi debba vivere e chi morire, e spesso capita che a morire siano persone sanissime.
Durante il periodo che Levi passa nel campo, conosce molte persone alcune delle quali lo aiutano a sopravvivere. Sottoposto al duro lavoro, alle dure leggi, alle privazioni alimentari e al freddo invernale della Polonia, Primo, qualche volta, stremato per il lavoro o colpito da malattia, ha dei “momenti di respiro”, ricoverandosi nel Ka-Be, ovvero nell’ospedale da campo. Dopo circa un anno trascorso da Levi in Buna, l’esercito russo si avvicina, tanto che, nel 1944 cominciano i bombardamenti sul campo.
Così i nazisti sono costretti a fuggire portando con sé i prigionieri sani ancora in grado di camminare. Levi ed altri ricoverati, a causa di malattie, prima della fuga, sono lasciati al campo. Così per circa dieci giorni Primo, con l’aiuto di due francesi, fa tutto il possibile per salvare sé e i compagni cucinando e combattendo contro nemici molto più temibili dei nazisti: il freddo e le malattie contagiose. Questa situazione continuò fino all’arrivo dell’esercito russo. Sebbene i tedeschi perdano la guerra, riescono in uno dei loro intenti uccidendo l’uomo ebreo.
TEMA DELL’OPERA
Il tema di quest’opera è far si che attraverso la testimonianza di Levi, in futuro, l’uomo possa restare libero, perché la dignità di una persona non può essere troncata da stupide e inutili illusioni di potere.
PRIMO LEVI: LA VITA
Primo Levi è nato a Torino nel 1919. Dopo essersi laureato in chimica nell’estate del 1943, si unì ad una banda di partigiani. Catturato, fu deportato ad Auschwitz nel marzo del 1944 e sopravvisse sino al gennaio dell’anno seguente, quando il campo fu liberato dalle truppe sovietiche.
L’avventuroso rimpatrio seguì un itinerario imprevedibile attraverso mezza Europa: Levi lo ha raccontato nel suo libro “La tregua”, che ha ripetuto il successo mondiale di “Se questo è un uomo”(1947).
Recentemente ha pubblicato due libri di “fantasie tecnologiche” ambientate in un futuro prossimo e inquietante: “Storie naturali” (1966) e “Vizi di forma” (1971).
Scopri le altre risorse utili per lo studio e l’approfondimento della letteratura, di Primo Levi e della Shoah:
- Se questo è un Uomo: riassunto dell’opera
- Commento di Se questo è un Uomo
- Giornata della Memoria: temi svolta, riflessioni, appunti
- Schede Libro: raccolta completa
- Letteratura Italiana
- Primo Levi
- Letteratura Italiana - 900