Adeo autem magna caritate patriae tenebantur, ut arcana consilia patrum
conscriptorum multis saeculis nemo senator
enuntiauerit. Q. Fabius Maximus
tantum modo, et is ipse per inprudentiam, de tertio Punico bello indicendo quod
secro
in curia erat actum P. Crasso rus petens domum reuertenti in itinere
narrauit, memor eum triennio ante quaestorem factum,
ignarus nondum a censoribus
in ordinem senatorium allectum, quo uno modo etiam iis, qui iam honores
gesserant, aditus
in curiam dabatur. sed quamuis honestus error Fabii esset,
uehementer tamen a consulibus obiurgatus est: numquam enim
taciturnitatem,
optimum ac tutissimum administrandarum rerum uinculum, labefactari uolebant.
Ergo, cum Asiae rex
Eumenes amantissimus nostrae urbis bellum a Perse aduersus
populum Romanum conparari senatui nuntiasset, non ante sciri
potuit quid aut
ille locutus esset aut patres respondissent quam captum Persen cognitum est.
fidum erat et altum rei
publicae pectus curia silentique salubritate munitum et
uallatum undique, cuius limen intrantes abiecta priuata caritate
publicam
induebant.
Versione tradotta
Così grande era in quel tempo l'amor di patria
che nutrivano, che per molti secoli nessun senatore rese mai di pubblico dominio le decisioni segrete dei padri coscritti. Solo
Quinto Fabio Massimo - e solo per imprudenza - raccontò a Publio Crasso che tornava a casa sua, mentre era diretto in villa,
quanto era stato segretamente discusso nella Curia a proposito della dichiarazione della terza guerra Punica. Egli ricordava
che Crasso tre anni prima era stato questore, ma non sapeva che i censori non l'avevano ancora chiamato a far parte
dell'ordine senatorio: che era l'unico modo per diventare senatore anche per chi avesse esercitato delle magistrature.
L'errore di Fabio, per quanto scusabile, fu tuttavia severamente rimproverato dai consoli: non volevano, infatti, che avesse
mai a vacillare il riserbo, che è il vincolo più sicuro e migliore di qualunque amministrazione.
Dunque, poiché Eumene, re
d'Asia, amico devotissimo della nostra città, ebbe annunziato al senato che Perseo preparava la guerra contro il popolo
romano, non si poté sapere che cosa egli avesse detto o i senatori risposto, prima di quando si seppe che Perseo era stato
fatto prigioniero. Sicuro e ben riposto cuore della repubblica era la Curia, da ogni parte protetta e difesa dall'arma
salutare del silenzio: coloro che ne varcavano la soglia dimenticavano gli affetti privati per assumere quelli pubblici.
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