SEMONIDE DI AMORGO: VITA E FRAMMENTI. Leggi il riassunto su vita e frammenti di Semonide di Amorgo. Su Semonide, giambografo del VII secolo a.C., abbiamo scarsissime notizie. Nato a Samo, fu conosciuto con l’appellativo di Semonide di Amorgo perché partecipò alla fondazione di questa piccola isola. Gli antichi gli attribuivano 2 libri di versi giambici (di cui ci restano una quarantina di frammenti), due libri scritti in distici elegiaci e un’opera storica, Archeologia dei Samii, in distici (andata completamente perduta).
SEMONIDE DI AMORGO: INVETTIVA CONTRO LE DONNE. Semonide era famoso soprattutto per i due libri di giambi caratterizzati da un’aspra satira nei confronti delle donne. Tra i vari frammenti, il più celebre è quello conservatoci da Giovanni Stobeo: 118 versi in cui il poeta descrive vari tipi di donne con accesa misoginia. Questo modo di descrivere il mondo delle donne ebbe largo successo nell’antichità, soprattutto nella commedia e satira latina. Prima di Semonide fu Esiodo, con il mito di Pandora, ad esprimere un duro giudizio nei confronti delle donne, definendole “un grave malanno per il mortale” e descrivendole accentuandone i difetti: avide di lusso, infide, pigre. Semonide riprese il pensiero di Esiodo, delineado, nei suoi versi, dieci tipi femminili associati a determinati tipi di animali e ad elementi della natura:
- La donna terra, pigra e ottusa
- La donna mare, volubile e imprevedibile
- La donna scrofa, sporca, avida e sciatta
- La donna volpe, astuta e maliziosa
- La donna cagna, bisbetica e aggressiva
- La donna asina, testarda e obbediente solo al bastone
- La donna scimmia, brutta e maligna
- La donna gatta, ladra e sensuale
- La donna cavalla, vanitosa e vagabonda
- La donna ape, l’unico ritratto positivo: laboriosa e attenta, moglie e madre affettuosa, la migliore che possa capitare ad un uomo
FRAMMENTI DI SEMONIDE: IL PESSIMISMO. I versi di Semonide sono inoltre celebri per la profonda angoscia esistenziale, con cui descrive la vita priva di qualunque possibilità di consolazione e conforto. Anche questa tematica è evidente nei poeti precedenti: Omero aveva descritto gli uomini come le foglie, che spuntano in primavera e muoiono in autunno; Esiodo sosteneva che la vita è una serie continua di mali; per Archiloco nessun uomo può sottrarsi alla sventura. Tuttavia, l’eroe omerico trovava conforto nella gloria delle sue gesta, Esiodo trovava note positive nel lavoro e nella giustizia, Archiloco si aggrappava alla virile sopportazione del lavoro. Per Semonide invece non vi è alcuna via d’uscita: “Agli uomini non è dato capire: ma effimeri viviamo come bestie, e non sappiamo come la divinità ci farà finire”.
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