Ne Anaxagoras quidem supprimendus est: audita namque morte filii: “Nihil mihi”, inquit “inexspectatum aut novum nuntias: sciebam enim illum ex me mortalem natum esse”. Has voces utilissimis praeceptis imbutas virtus mittit. Quas si quis efficaciter auribus receperit, non ignorabit ita liberos esse procreandos, ut meminerit his a rerum natura et accipiendi spiritus et reddendi eodem momento temporis legem dici, atque ut mori neminem, qui non vixerit, ita ne vivere aliquem quidem posse qui non sit moriturus.
Versione tradotta
Neanche Anassagora è da passare sotto silenzio: venuto a sapere della morte del figlio, infatti disse: Non mi riferisci alcunché di inatteso o di nuovo, giacché daver generato un mortale. La virtù suggerisce tali parole, pregne di utilissimi insegnamenti. Se uno efficacemente accoglierà alle orecchie tali cose, non ignorerà che i figli devono essere generati, per ricordare a questi la natura delle cose e lo spirito del ricevere e del ridare nello stesso momento che è detto (legem), e che nessuno muore, che non sarà vissuto, così che non puù vivere qualcuno che non sia sul punto di morire.
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