La rivoluzione giovanile: il Sessantotto
L’Occidente negli anni Sessanta aveva una società fondata sul benessere, che non produsse solo consenso, ma anche insoddisfazione, soprattutto da parte dei giovani, che espressero il loro disagio tramite la contestazione. Questo fenomeno culminò nel Sessantotto, quando milioni giovani di diverse nazionalità scesero in piazza per protestare, volendo cambiare il “sistema”.
Le novità di questa rivoluzione
I giovani diventano dei consumatori, perché vanno a lavorare anche part-time. La moda mette sul mercato prodotti solo per loro: t.shirt, moto, scarpe, jeans. Inoltre si diffonde la televisione, la scolarizzazione per la possibilità di accedere agli studi a tutti i ceti sociali. La musica rock era un mezzo per esprimere le profonde ispirazioni. Inoltre ci fu il movimento degli hippies, pacifico contro la società consumistica, sostenendo la rivoluzione sessuale e l’uso di droghe.
Il Sessantotto in Francia
Nel maggio del Sessantotto fu Parigi a diventare l’avanguardia del movimento giovanile e la contestazione prese il nome di “maggio francese”. Gli studenti reclamavano il diritto allo studio per tutti, contestavano l’autorità e rivendicavano il diritto di essere ascoltati. Così scesero in piazza e si unirono agli operai. Gli studenti scrivevano sui muri delle strade e delle università i loro slogan.
Il Sessantotto in Italia
Nel Sessantotto in molte città italiane, Roma, Milano, Torino, Venezia, Firenze, Pisa, gli studenti delle scuole secondarie e delle università italiane scesero nelle piazze a manifestare le loro ragioni contro un sistema educativo giudicato autoritario e selettivo. Il governo realizzò una riforma della scuola superiore e dell’università, che fu aperta a tutti gli studenti in possesso di un qualunque diploma. In quegli anni si diffuse il movimento delle donne, chiamato femminismo, con obiettivi sull’uguaglianza dei diritti politici e civili e il riconoscimento della differenza, cioè diversità tra uomo e donna. Le donne dovevano decidere autonomamente della propria vita, corpo, e salute.
La legge sul divorzio e sull’aborto
Il divorzio venne voluto in un referendum del 1970, e nel 1975 venne approvata la riforma del diritto di famiglia, che introdusse la parità giuridica tra marito e moglie sia sul piano economico che educativo; l’abolizione della dote; il riconoscimento dei figli adulterini. La maggiore età venne portata a 18 anni e anche il diritto di voto. Nel 1978 venne approvata la legge sull’aborto, cioè l’interruzione volontaria della gravidanza.
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