Iam Romani potentes esse coeperunt. Bellum enim in centesimo et tricesimo fere miliario ab Urbe apud Samnites gerebatur, qui medii sunt inter Picenum, Campaniam et Apuliam atque Romanos oderant. L. Papirius Cursor, cum honore dictatoris ad id bellum profectus esset, magna cum severitate agere coepit. Qui, cum Romam rediret, Q. Fabio Maximo, magistro equitum, quem apud exercitum reliquerat, praecepit ne se absente pugnaret. Ille dictatoris severitatem noverat, tamen, occasione reperta, dimicare voluit et Samnites delevit. Ob quam rem a dictatore capitis damnatus, quod se vetante pugnavisset, ingenti favore militum et populi liberatus est. Tanta enim contra Papirium seditio commota est, ut paene ipse interficeretur.
Versione tradotta
I Romani già cominciavano (lett. cominciarono) a essere potenti. Infatti, sostenevano una guerra a circa trecento miglia (lett. alla trecentesima pietra miliare circa) dallUrbe, presso i Sanniti, che si trovano fra il Piceno, la Campania e la Puglia e odiavano i Romani. Lucio Papirio Cursore, dopo esser partito per quella guerra con la carica di dittatore, prese a condur(la) con gran rigore. Questi, dovendo tornare a Roma, ordinò a Quinto Fabio Massimo, comandante della cavalleria, che aveva lasciato a capo (lett. presso) dellesercito, di non combattere in sua assenza. Egli conosceva la severità del dittatore ma, colta loccasione, volle combattere e sbaragliò i Sanniti. Condannato a morte dal dittatore per questo motivo, perché aveva combattuto contro il suo divieto, fu liberato grazie allimmenso favore dei soldati e del popolo. Infatti si levò contro Papirio una tale sedizione che per poco lui stesso non fu ucciso.
- Letteratura Latina
- Lingua Viva 2
- Versioni dai Libri di Esercizi