Con Gericault (1791-1824) l'arte diventa racconto sociale e politico. In sintonia con i pittori ispirati dall'epopea napoleonica, la pittura di Gericault è infatti cronaca del suo tempo. Da un lato si ispira all'attualità ma la componente passionale del suo carattere irrequieto supera il racconto storico e l'esaltazione dell'eroe. Espone infatti nel 1812 al Salon "l'Ufficiale dei Cavalleggeri della Guardia Imperiale alla carica": la rappresentazione trasmette una energia incotrollata e a impressionare lo spettatore sono gli improvvisi bagliori, le campiture imprecise e il contrasto del colore.
Nella "Zattera della Medusa" del 1818, Gericault dipinge la tragica vicenda del naufragio della nave Medusa che trasportava una delegazione francese nella colonia senegalese di St. Louis. È la dura lotta alla sopravvivenza di 400 naufraghi rimasti senza mezzi di salvataggio, metafora della crisi francese dopo il crollo napoleonico che Gericault descrive attraverso la rappresentazione della disperazione umana. Intensifica pertanto la sua produzione artistica sulla condizione sociale in genere: il tema dell'infelicità e della sofferenza umana, danno vita a un ciclo di ritratti di alienati. La loro datazione non è certa forse del 1822-23 e cinque dei dieci ritratti sono ancora oggi dispersi.
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