SILVIO PELLICO: VITA E OPERE. Silvio Pellico asce a Saluzzo (Piemonte) nel 1789 da una famiglia modesta. Ebbe come amici Foscolo, Berchet, Monti e vari intellettuali del Romanticismo. In questo modo ebbe l'occasione di partecipare al dibattito culturale e politico del periodo. Lavorò per il giornale Conciliatore, portavoce delle idee romantiche italiane, come il progresso civile, ma anche idee scientifiche finalizzate allo sviluppo economico. Nel 1820 si iscrive alla Carboneria ma dopo due mesi viene arrestato condannato a morte con l'accusa di affiliazione insieme a Pietro Maroncelli. Tuttavia non fu poi condannato a morte, ma subì 15 anni di cartere da scontare nell fortezza di Spierberg: l'esperienza viene narrata nel libro autobiografico Le mie prigioni, pubblicato nel 1832. Uscì dopo 9 anni e tornò a Torino, dove visse fino al 1854, anno in cui morì.
SILVIO PELLICO: LE OPERE. Tra le opere di Silvio Pellico abbiamo la tragedia Francesca da Rimini e il romanzo Breve soggiorno in Milano di Battistino Barometro.
- Francesca da Rimini ha come protagonisti Paolo Malatesta e Francesca da Rimini. Paolo, entrato in scena, dichiara di voler combattere per la patria. La tragedia rispecchia dunque in peno gli ideali romantici del periodo, in particolare quelli patriottici. L'episodio è tratto dall'Inferno della Divina Commedia, ma viene apportata qualche modifca alla storia dei due amanti. Francesca, descritta nell'Inferno come una peccatrice, qui invece è ritratta come una fancutta innocente, innamorata ma decisa a rispettare i suoi doveri di sposa.
- Breve soggiorno in Milano di Battistino Barometro è pubblicato incompleto (i primi 7 capitoli) sulla rivista il Conciliatore. Si tratta di una satira della società italiana: il protagonista narra in prima persona e descrive ironicamente le persone in cui si imbatte. Viene messa in risalto la differenza tra la vita di paese e quella corrotta della grande città, ma soprattutto vi emerge un grande interesse verso il mondo degli umili.
SILVIO PELLICO, LE MIE PRIGIONI: RIASSUNTO. Le mie prigioni è un libro di memorie sull'esperienza della prigione dello scrittore. Secondo alcuni critici si tratta di un attacco alla dominazione austraca, ma probabilmente invece Pellico concepì l'opera come un ritorno alla fede cristiana.
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