L’uniformità delle leggi della natura ha come conseguenza immediata la possibilità di prevedere eventi futuri in base a quelli passati. “Noi crediamo” egli scrive nel Sistema di logica “che lo stato dell’intero universo, ad ogni istante sia la conseguenza dello stato di esso all’istante precedente, cosicchò uno che conosca tutti gli agenti che esistono al momento presente, la loro collocazione nello spazio e tutte le loro proprietà – in altre parole le leggi della loro azione – potrebbe predire l’intera storia seguente dell’universo”. Accogliendo pienamente l’assimilazione positivistica delle scienze dell’uomo a quelle della natura Mill estende il principio delle prevedibilità degli eventi futuri dall’ambito dei fenomeni naturali a quello delle azioni umane. Conoscendo il carattere dell’individuo e gli specifici moventi che agiscono in lui, ò possibile determinare con certezza quale sarà la sua condotta futura. La scienza cui ò affidato questo compito di previsione delle azioni umane, che dovrebbero poter essere determinate con la stessa precisione con cui l’astronomia predice i movimenti celesti ò la psicologia. L’affermazione della necessità e della conseguente prevedibilità delle azioni future non va tuttavia confusa con l’affermazione della loro fatalità . La necessità delle azioni umane implica esclusivamente che tra determinati moventi e determinate azioni ci sia una correlazione costante, la quale, dati i primi, rende possibile prevedere le seconde. La fatalità provocherebbe invece che alla radice delle azioni umane ci fossero cause che agissero coercitivamente, costringendo l’uomo ad obbedire ad una legge a lui estranea. In altri termini Mill ritiene che l’affermazione della necessità filosofica dei comportamenti umani cioò la loro prevedibilità in base a leggi universali, sia pienamente conciliabile con quella della libertà dell’uomo. Se la psicologia si occupa della previsione delle azioni individuali la sociologia concerne la determinazione delle regolarità nei comportamenti collettivi e, di conseguenza, la previsione degli eventi sociali futuri. Da Comte Mill mutua la concezione della scienza sociologica in termini di fisica sociale, nonchè il concetto di progresso come criterio dell’evoluzione della società anche da lui studiata nel suo aspetto dinamico oltre che in quello storico. Una volta determinata la legge del progresso storico sarà possibile determinare la serie degli eventi futuri, così come nell’algebra ò possibile sviluppare l’intera serie dei termini in base alla conoscenza del rapporto intercorrente tra alcuni di essi. La posizione di Mill diverge invece nettamente da quella di Comte per quanto riguarda la concezione dell’ economia e della politica, analizzata nei Principi di economia politica. Egli distingue tra le leggi della produzione economica che, come tutti gli altri fatti sociali obbediscono al principio della necessità naturale e le leggi della distribuzione che dipendono dalla volontà umana. Il diritto e il costume possono quindi modificare le regole distributive promuovendo una più equa allocazione dei beni e delle ricchezze. Mill auspica infatti una serie di riforme che si ispirino al criterio utilitaristico del maggior benessere possibile e per il maggior numero di individui. Tra l’altro egli ò fautore di una maggiore parificazione sociale dei sessi, della partecipazione dei lavoratori all’impresa, dell’allargamento del diritto di voto, nonchè della fondazione di cooperative di produzione. L’utilitarismo si sposa in lui con l’altruismo – e in questo ritorna un suggerimento comtiano -dal momento che egli ritiene faccia parte della felicità di un individuo la promozione di quella degli altri: incrementare la felicità altrui ò infatti una delle maggiori causa del proprio piacere. Se l’esigenza di giustizia consente a Mill di apprezzare qualche merito del socialismo, il riconoscimento del valore intangibile della libertà fa di lui un radicale oppositore di questa dottrina. In politica come in economia, M ò attestato su posizioni di liberalismo radicale. Il suo pensiero economico-politico ò sempre inteso alla valorizzazione dell’individuo e alla difesa degli spazi di libertà senza i quali nessuna iniziativa individuale può fiorire. Nel Saggio sulla libertà egli pone alla base dell’ordinamento dello Stato la libertà civile che si distingue in tre determinazioni: 1) la libertà di coscienza, di pensiero e d’espressione; 2) la libertà di perseguire la felicità secondo il proprio gusto; 3) la libertà di associazione. Di conseguenza, Mill ò assolutamente contrario ad ogni intervento dello Stato nella vita economica e sociale della nazione. Le intromissioni dell’ autorità pubblica nella sfera privata possono essere ammesse soltanto laddove si tratti di difendere la lesione dei diritti di un individuo da parte degli altri. Il suo liberalismo non gli impedì tuttavia – come si ò appena detto – di nutrire un forte sentimento sociale e di adoperarsi, sia pure su base individualistica, per una maggiore cooperazione e solidarietà tra le diverse componenti della società .
- 1800
- Filosofia - 1800