Spedizione di Cesare contro i Sènoni - Studentville

Spedizione di Cesare contro i Sènoni

Caesar, nondum hieme confecta, proximis quattuor coactis legionibus, de improviso fines Nerviorum contendit qui aut convenire aut profugere non potuerunt, quia ille, magno pecoris atque hominum numero capto atque praeda militibus concessa vastatisque agris, in deditionem venire atque obsides sibi dare coëgit. Celeriter confecto negotio, rursus in hiberna legiones reducturus erat. Concilio Galliae primo vere, ut Caesar instituerat, indicto, quia reliqui praeter Senones, Carnutes, Treverosque venerant, initium belli ac defectionis hoc esse arbitratus, concilium Lutetiam Parisiorum transfert. Confines Parisii erant Senonibus unamque civitatem patrum communium memoria coniunxerant, sed ab hoc consilio afuisse existimabantur. Hac re pro suggestu pronuntiata, cum legionibus in Senones proficiscitur magnisque itineribus eo pervenit.

Versione tradotta

Prima ancora che l’inverno finisse, Cesare, riunite le quattro legioni più vicine, partì improvvisamente alla volta dei Nervi, che non poterono radunarsi o fuggire perché egli, catturato un gran numero di uomini e capi di bestiame, preda che concesse ai soldati (lett. e concesso del bottino ai soldati), devastati i (loro) campi, li costrinse ad arrendersi e a consegnargli ostaggi. Liquidata rapidamente la questione, ricondusse le legioni nei quartieri invernali. Indetta in primavera, secondo quanto aveva istituito, l’assemblea generale dei popoli di Gallia (lett. il concilio della Gallia), poiché erano intervenuti tutti tranne i Senoni, i Carnuti e i Treveri, ritenendo che questo fosse un chiaro segno (lett. indizio) di defezione e di ostilità, trasferisce il concilio a Lutezia, città dei Parisi. Questi erano confinanti con i Senoni ed erano stati uniti con loro in un unico Stato al tempo (memoria) dei progenitori comuni, ma si riteneva che fossero estranei a questo complotto. Annunziato dalla tribuna il cambiamento di sede (lett. questa notizia), Cesare si dirige nel paese dei Senoni e vi giunge a marce forzate.

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