Anno deinde insequenti lex Terentilia ab toto relata collegio nouos adgressa consules est; erant consules P. Volumnius Ser. Sulpicius. Eo anno caelum ardere visum, terra ingenti concussa motu est. Bovem locutam, cui rei priore anno fides non fuerat, creditum. Inter alia prodigia et carne pluit, quem imbrem ingens numerus avium intervolitando rapuisse fertur; quod intercidit, sparsum ita iacuisse per aliquot dies ut nihil odor mutaret. Libri per duumviros sacrorum aditi; pericula a conventu alienigenarum praedicta, ne qui in loca summa urbis impetus caedesque inde fierent; inter cetera monitum ut seditionibus abstineretur. Id factum ad impediendam legem tribuni criminabantur, ingensque aderat certamen.
Versione tradotta
L'anno seguente poi, la legge Terentiliana fu presentata da tutto il collegio ai nuovi consoli; i consoli erano P. Volumnio e S. Sulpicio. In quell'anno si vide il cielo ardere, e la terra fu scossa da un forte terremoto. Si credette che un bue avesse parlato, cosa a cui l'anno precedente non fu prestata fiducia. Tra gli altri prodigi piovve carne, pioggia che, si dice, un gran numero di uccelli, volando lì in mezzo, abbia preso; ciò che cadde, rimase così sparso per alcuni giorni, ma non andò in putrefazione. I libri dei rituali furono consultati dai duumviri; furono predetti pericoli dall'arrivo di stranieri, i quali avrebbero sferrato un attacco alla rocca della città, e da qui avrebbero provocato un massacro; si raccomandò, tra le altre cose, di astenersi dalle sedizioni. I tribuni furono accusati di aver fatto ciò per ostacolare la legge, e sopraggiungeva un grande scontro.
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