La Summa Theologica fu composta da Tommaso in sette anni, dal 1266 al 1273 circa, e consta di ben 512 questioni. Essa ò destinata ad istruire chi inizia gli studi teologici, chi non sa ancora orientarsi tra le cose scritte dai vari maestri, a volte diverse o apparentemente contrastanti. Il che non significa che si tratti di un compendio elementare: anzi, essa presenta una complessa architettura logica, il cui contenuto ò la teologia, definita come scienza di Dio. Di conseguenza tutte le cose saranno studiate nella loro relazione con Dio, e precisamente nella loro produzione e derivazione ( exitus ) da Dio e nel loro ritorno ( reditus ) a Dio: in questo modo, Dio appare come causa efficiente e finale di tutte le cose. Questa struttura, di forte sapore neoplatonico, ò inquadrabile nello schema della storia sacra, che va dalla creazione all’incarnazione fino al giudizio finale. L’articolazione della Summa theologica ò questa: PARTE I (Dio, uno e trino, e l’ exitus delle creature da Dio) 1- Dotrina sacra (questione 1) 2- Esistenza di Dio e gli attributi di Dio (questioni 2-26) 3- Trinità (questioni 27-43) 4- La derivazione delle creature da Dio: a) la creazione (questioni 44-46) b) le creature in generale (quest. 47-49) e le creature in particolare: spirituali [angeli] (quest. 50-64), corporee [animali] (quest. 65-74), spirituali e corporee al tempo stesso uomini] (quest. 75-102) c) la conservazione delle creature e la provvidenza (quest. 103-109) PARTE II (il ritorno dell’uomo a Dio, reditus), suddivisa a sua volta in due parti: I Ritorno dell’uomo a Dio mediante le azioni umane in generale: 1- Il fine ultimo della vita umana (questioni 1-5) 2- I mezzi per raggiungere questo fine: a) gli atti umani (quest. 6-48) b) le abitudini [princìpi intrinseci degli atti umani] (quest. 49-89) e la legge e la grazia [princìpi estrinseci] (quest. 90-114) II Ritorno dell’uomo a Dio mediante le azioni umane in particolare: 1- Le virtù per ogni cristiano: a) le virtù teologali [fede, speranza, carità ] (quest. 1-46) b) le virtù cardinali [prudenza, giustizia, fortezza, temperanza] (quest. 47-170) 2- Per alcuni cristiani in particolare: a) grazie liberamente date da Dio per la conoscenza [profezia ed estasi], per parlare [dono delle lingue] e per miracoli (quest. 171-178) b) tipi di vita: contemplativa, attiva e mista e stati di vita per tutti, per vescovi e per religiosi (quest. 179-189) PARTE III (condizioni per il ritorno a Dio): 1- Cristo salvatore e l’incarnazione (quesioni 1-59) 2- I sacramenti come mezzi di salvezza: battesimo, cresima, eucarestia, penitenza (quest. 60-90, articolo 4) La 3° parte fu lasciata incompiuta da Tommaso; in un secondo tempo fu aggiunto ad essa un Supplementum concernente gli altri sacramenti e la resurrezione di Cristo come via per il raggiungimento della vita eterna. Gli scritti di Tommaso non presentano innovazioni linguistiche e stilistiche. Essi usano il linguaggio codificato e impiegato nella scuola, ossia un linguaggio tecnico con un proprio vocabolario e proprie regole d’ impiego, come si addice a una disciplina scientifica oggetto di studio. Obiettivo primario ò determinare con precisione i significati dei termini e costruire correttamente i ragionamenti. Il linguaggio perciò tende ad essere impersonale e a rifuggire dalle metafore, dalle immagini o dai simboli, come invece avviene negli scritti dello Pseudo-Dionigi o di Bonaventura, ma anche negli stessi testi sacri. Esso pertanto non concede spazio a esortazioni o riflessioni pie e mira invece fondamentalmente alla costruzione di argomentazioni e analisi, senza indulgere a digressioni o amplificazioni. Il testo tende a presentarsi strutturato secondo un’ articolazione fissa, che si perpetua uniformemente, senza variazioni di rilievo. Come punti di partenza o sostegno delle varie argomentazioni sono addotte citazioni da auctoritates, ossia da testi autorevoli, in primis dai testi sacri o di santi e teologi come Agostino, ma anche da philosophi, termine con il quale Tommaso designa in generale i non-cristiani. Tutti questi testi sono considerati fuori dal tempo e accostati o contrapposti fra loro, senza tener conto delle epoche diverse alle quali risalgono; Dante stesso, del resto, aveva questa medesima concezione, ovvero che non vi fosse frattura tra il mondo antico (latino e greco) e quello medioevale: e così, nella Divina Commedia, si trovano Cesare, Platone, Aristotele, Socrate, Seneca, da una parte, e dall’altra Averroò, Sigieri di Brabante, Paolo e Francesca. Certo Tommaso considera le regole enunciate da Abelardo per interpretare i testi, ma egli mira essenzialmente, più che ad un’ interpretazione storica o filologica di essi o ad una ricostruzione delle intenzioni dell’ autore nello scriverli, all’ uso di tali testi a scopo argomentativo. Essi sono uno degli ingredienti della disputa dialettica, accanto alle definizioni, alle distinzioni dei significati dei termini, alle dimostrazioni a partire da premesse, alla riduzione dei contenuti di un tema ai suoi presupposti necessari e alle sue condizioni di intelleggibilità , alla confutazione. L’ intento principale perseguito da Tommaso con i suoi scritti ò formulato chiaramente all’ inizio della Summa contra Gentiles, dove egli identifica il proprio compito e il servizio che deve rendere a Dio con la testimonianza della verità , facendo in modo che ogni suo discorso ( sermo ) parli di Dio.
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