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Syed Hossein Nasr

Pensiero e vita.

Syed Hossein Nasr ò nato a Tehran nel 1933. Dopo aver compiuto i primi studi in Iran, Nasr ha studiato matematica e fisica al Massachusetts Institute of Technology (MIT) ed a conseguito il dottorato ad Harvard nel 1958, specializzandosi in scienze e cosmologia islamica. Dal ’58 al ’79 ò stato docente di Storia delle scienze e della filosofia all’università  di Tehran doce, per alcuni anni, ò stato anche preside della Facoltà  di Lettere. Ha inoltre ricoperto la carica di rettore dell’Università  di Aryamehr in Iran. Dal ’62 al ’65 ò stato professore aggiunto ad Harvard e nel biennio ’64-’65 primo docente di Studi Islamici nell’ università  Americana di Beirut. ò stato il fondatore ed il primo presidente dell’Accademia Iranica di Filosofia. Nel 1979, ò emigrato negli Stati Uniti ed ha prestato servizio presso diverse Università  prima di stabilirsi presso la Gorge Washington University nell’84, dove ò tuttora docente di Studi Islamici. Nasr ha scritto un considerevole numero di libri ed articoli circa il nesso generale tra scienza e religione ed in particolare su quello tra Islam e scienza. La sua tesi per il dottorato, che fu pubblicata nel ’64 col titolo Introduzione alla cosmologia islamica ò la prima opera dell’epoca moderna dedicato allo studio della cosmologia islamica. Nell’Introduzione, Nasr tratta tre figure preminenti della scienza islamica ed il loro approccio allo studio della natura. Il suo scritto successivo, Scienza e Civiltà  nell’ Islam, pubblicato per la prima volta nel ’68, portò alla ribalta il concetto di ‘scienza islamica’. In questo scritto, Nasr considera il concetto di scienza nell’ottica della visione teocentrica propria del mondo islamico ed analizza le conquiste della tradizione scientifica Islamica in campi come la medicina, la fisica, la geografia e la storia naturale. La sua opera si basa sui frammenti di uno dei migliori compendi di scienze della civiltà  islamica. Il successivo lavori di Nasr nel campo della scienze islamiche ò un’opera erudita di vasto respiro che ò però rimasta incompiuta: Bibliografia commentata di Scienza Islamica, scritta in tre volumi con l’ausilio di William Chittick. Si tratta di una grandiosa presentazione di tutto il materiale disponibile nelle lingue occidentali riguardo alla scienza Islamica. Il primo volume uscì nel 1975, il terzo nel 1991. L’opra più celebre di Nasr sulla scienza Islamica ò Trattato Illustrato di Scienza Islamica(1976). ò il primo nel suo genere che tratta la scienza islamica, la sua soria, le sue premesse filosofiche ed il suo sviluppo col supporto di stupende immagini e grafici. Nasr si ò inoltre occupato del rapporto tra Islam e scienza anche in altri suoi scritti come Vita e pensiero Islamico(1981), Guida del giovane musulmano al mondo moderno(1993), Storia degli intellettuali islamici in Persia(1994). Nasr ò stato anche un pioniere per quanto riguarda il nesso tra scienza religione e crisi ambientale. Il suo lavoro Incontro tra la Natura e l’Uomo: La crisi spirituale dell’uomo moderno, pubblicato per la prima volta nel 1968, ò stato uno dei primi libri a predire le nefaste conseguenze della crisi ambientale. L’opera ò una critica filosofica della concezione della natura come ente inerte che si presta alla spoliazione da parte della scienza moderna e della tecnologia. La seconda opera importante che si pone su questa scia ò Religione ed Ordine naturale, pubblicata nel 1996, in cui si occupa della nascita della scienza moderna e critica le filosofie della natura tradizionali e riduzioniste. L’opera si pone anche l’ambizioso obbiettivo di riportare alla ribalta la concezione divina della natura e la cosmologia tradizionale, di cui Nasr si ò occupato lungo tutto l’arco della sua carriera intellettuale. Durante il suo iter intellettuale, Nasr si ò occupato di tutti gli aspetti più rilevanti della relazione intercorrente tra scienza e religione. I risultati della sua ricerca possono essere analizzati seguendo due direttive principali, vale a dire il concetto di Scienza Islamica, sul quale si ò concentrato fin dal ’60, e la critica della scienza Occidentale contemporanea. NASR chiama Scienza Islamica lo studio dei fenomeni natuali entro le coordinate dell’intuizione del mondo Islamica, nel cuore del quale pulsa la dottrina del Tawhid, la Divina unità . Secondo Nasr, il tawhid ha radici di significato in questioni spirituali, filosofiche, e teologiche proprio come in quelle della coltivazione delle scienze naturali. La sottesa unità  dei fenomeni naturali ed umanità  ò considerata una premessa metafisica a priori poichè tutto trae origine da un’unica fonte, ossia dall’atto creatore di Dio. Le scienze naturali Islamiche, proprio come le loro corrispondenti Cristiane o Hindu, guardano all’ordine naturale come vesitigia Dei (Ayat Allah), insistendo sull’origine divina delle cose. Da ciò deriva che l’ordine della natura ha un intrinseco telos, che la rende sacra e necessariamente significante. Queste le premesse, deriva che l’ordine naturale ò costituito in modo tale da possedere un’ intrinseca intelligibilità  che può essere scoperta e compresa dall’intelletto. La funzione analitica del ragionamento logico ò supportata da potere sintetico dell’ intelletto. I fenomeni naturali, sviscerati dalla ragione nei loro elementi costitutivi, vengono integrati grazie all’ intelletto in un insieme organico che ha un’importanza epistemologica maggiore per la sua capacità  intuitiva e sintetica. Quindi Nasr propone una visione olistica dell’universo ed anche un’epistemologia solistica per la sua indagine scientifica. La natura teleologica delle scienze Islamiche prevede anche un ordine ieratico della natura. Per spiegare ciò, Nasr il linguaggio metafisico tipico della filosofia Islamica, la cui prima premessa ò quella di sancire una netta frattura tra il Principio (Dio) e la manifestazione di esso(le creature). Proprio come la teoria della creazione della molteplicità  dall’Unità  implica una gerarchia ontologica, anche i vari gradi di esistenza sono strutturati in unità  gerarchiche, essendo il cosmo, da questo punto di vista, un caso particolare. Poichò ogni grado di esistenza ha il proprio posto ed il proprio significato nell’ economia generale della creazione Divina, nessuno di questi può essere ridotto ad un singolo elemento, e cioò alle cosiddette unità  elementari delle cose. Secondo Nasr, ò stata proprio questa visione teologica e gerarchica dell’universo che ha fatto sì che le scienze Islamiche non cadessero nelle insidie del riduzionismo e del materialismo. Allo stesso modo, gli scienziati musulmani, molti dei quali raggiunsero per sapienza i filosofi, svilupparono complessi modi di sperimentazione scientifica senza ricadere nel fiscalismo ovvero nello scientismo. Per Nasr la più grande e rilevante conquista della tradizione scientifica Islamica risiede non solamente nella sua capacità  di seguire la direzione della Kacbah ma nel fatto che questa possiede una prospettiva totalizzante basata sui principi metafisici dell’Islam. Sotto quest’ottica, la scienza Islamica non ò semplicemente scienza sviluppata e coltivata da scienziati Musulmani ma, piuttosto, si tratta dello studio scientifico dei fenomeni compreso all’interno della visione del mondo di matrice Islamica. Il secondo aspetto dello studio di Nasr sulla religione e la scienza ò pertinente alla critica della scienza moderna. Nasr ò stato infatti uno dei critici più accaniti della scienza secolare Occidentale e dei suoi effetti sul mondo non-Occidentale. In un gran numero dei suoi scritti, egli ha dimostrato che le radici della scienza moderna affondano in un insieme di assunti filosofici che sancirebbero la demarcazione tra il Medioevo Cristiano e l’Occidente moderno. Considerando la rivoluzione scientifica dei secoli XVII e XVIII come un punto cruciale nella storia d’Europa, Nasr si concentra sul processo che ha lentamente portato alla decadenza del pensiero Cristiano spianando la strada all’affermarsi di una visione secolare del mondo. A tal proposito egli sostiene che la nascita della scienza moderna non sia stata la conseguenza di una scoperta sensazionale ma semplicemente dalla visione rinnovata che l’uomo aveva del mondo dopo il XVII secolo. Per argomentare questa tesi, Nasr si rifà  ai sei tratti caratteristici della scienza moderna. Il primo ò la visione secolare dell’universo che rifiuta ogni impronta Divina nell’ordine naturale da una parte, mentre dall’altra nega ogni finalismo all’universo. Il secondo ò la visione meccanicistica del mondo, basata sul modello delle macchine e degli orologi – l’immagine preferita dei deisti del XVII e XIX secolo. Poichè la scienza moderna e la filosofia pretendono di spiegare tutto di analisi scientifica e razionale, l’universo doveva acquistare la struttura di una macchina per prestarsi perfettamente ai precisi metodi di analisi e misurazione della fisica moderna. Il terzo si identifica con la tesi che solo il razionalismo e l’empirismo siano gli strumenti adatti per giungere alla verità . A dispetto delle forti contraddizioni che vigono tra entrambi, sono comuni a queste due scuole i metodi di analisi secolari e riduzionismi. Il quarto ò il retaggio del dualismo Cartesiano, che presuppone una netta distinzione tra res cogitans e res extensa. Una delle conseguenze maggiori di questa scissione ò l’alienazione epistemologica e spirituale dell’uomo dal suo ambiente naturale e, di fatti, da tutto ciò che potrebbe potenzialmente essere oggetto di conoscenza. Il quinto ò ciò che Nasr definisce la “visione Prometeica dell’uomo”, che consacra l’uomo come misura di tutte le cose ed a cui Nasr oppone a quella che egli chiama visione Pontificale dell’uomo, visto come trait d’union tra cielo e terra L’ultima caratteristica distintiva della scienza moderna ò lo sfruttamento della natura come fonte di potere e dominio, che ò stato alla base della Rivoluzione Industriale ed alla nascita del capitalismo. Messi assieme, questi sei postulati costituiscono la cornice filosofica della scienza moderna, che ha portato allo scientismo ed al declino della visione sacra del cosmo da una parte, mentre dall’altra ha prodotto disastri quali la crisi ambientale e la guerra Per quanto concerne la relazione tra religione e scienze, Nasr viene contrapposto alla visione modernistico-puritana secondo cui una dimensione etica congiunta alla pratica scientifica annullerebbe le malfunzioni della scienza stessa. Invece di relegare l’etica e la religione alla linea di condotta, Nasr propone un profondo decostruzione dei fondamenti filosofici della scienza moderna e tenta di riportare in vita la visione divina dell’universo. La radice metafisica su cui sono innestate tutte le religioni e, secondo Nasr, a sine qua non per un’ autentica e genuina relazione tra religione e scienze.

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  • Filosofia - 1900

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