Dalla lettura dei proemi di Tacito e Polibio, mettendoli a confronto, spiega che cosa significa fare professione di “fedeltà al vero”
Per Tacito essere fedeli alla verità storica comporta innanzitutto una scrupolosa raccolta di informazioni, a cui deve seguire un’esposizione dei fatti condotta “sine amore et sine odio” e “sine ira et studio”, vale a dire senza sentimenti partigiani e senza animosità o simpatia. Lo scrupolo documentario inoltre spinge Tacito a registrare nelle sue opere anche i “rumores”, ossia le voci, e a riportare tutte le versioni che di un fatto sono state fornite, senza prendere posizione. Anche Polibio sostiene che lo storico deve approfondire quanto più possibile la conoscenza degli eventi che si appresta a narrare, anche partecipandovi direttamente e approfondendo le questioni di natura tecnica; quest’ultimo punto è una conseguenza del pubblico di lettori a cui lo storico rivolge la sua attenzione, vale a dire quello degli uomini politici e militari, a cui intende fornire insegnamenti di tattica politica e militare.
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