TEMA SULL’AUTISMO PER LA SCUOLA. Il 2 aprile 2017 si è celebrata la Giornata Mondiale della consapevolezza dell’autismo, ossia una giornata per sensibilizzare le persone a comprendere che cosa sia l’autismo e come approcciarsi senza paure e pregiudizi a bambini e adulti che soffrono di questa sindrome, per favorire sia l’integrazione scolastica che il loro accesso al mercato del lavoro. Conoscere e valorizzare le diversità è il modo migliore per potere iniziare a interagire con questi ragazzi, per evitare il più possibile di lasciarli isolati e apprendere anche dalla loro specialità. Vuoi approfondire questa tematica, capendo cos’è l’autismo, quali sono le difficoltà affrontate da persone autistiche e genitori e riflessioni sull’argomento? Di seguito troverai un tema svolto per la scuola proprio sul tema dell’autismo.
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TEMA SULL’AUTISMO: SCALETTA E COSA SCRIVERE. Prima di iniziare a scrivere il tema sull’autismo, è utile buttare giù una scaletta per strutturare bene il testo, evitando ripetizioni o dimenticanze. Non dimenticarti di dividere il tema in:
- Introduzione: in cui devi descrivere brevemente l’argomento di cui parlerai nel tema. Puoi iniziare con la definizione di autismo, una citazione o una piccola riflessione.
- Svolgimento: nel corpo del testo, devi argomentare, descrivere l’argomento seguendo un filo logico e coerente. In questo caso puoi descrivere cos’è l’autismo, i problemi affrontati dai bambini autistici e le difficoltà nell’integrarsi a scuola con gli altri. Puoi dare un tuo punto di vista, ma ricorda sempre di portare dati e fatti concreti, evitando frasi banali e cliché.
- Conclusione: nelle ultime righe puoi esprimere liberamente il tuo pensiero conclusivo in base a quanto scritto in precedenza, facendo ulteriori riflessioni sul tema.
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TEMA SULL’AUTISMO SVOLTO: INTRODUZIONE. Sui bambini autistici si dicono un sacco di cose: che siano super-intelligenti, o al contrario che non siano capaci di capire niente, che siano fuori dal mondo, che possono essere violenti, che non dovrebbero frequentare le scuole pubbliche. Un sacco di pregiudizi, cliché e inesattezze come quelli elencati fanno sì che questi ragazzi e le famiglie siano isolati e spesso non compresi dal resto della società. Per questo motivo, è stata istituita la Giornata Mondiale della consapevolezza dell’autismo, al fine di sensibilizzare sulla sindrome che coglie circa quattro bambini su mille in Italia e di permettere a queste persone di integrarsi nell’ambiente scolastico prima e lavorativo poi.
TEMA SULL’AUTISMO SVOLTO: SVOLGIMENTO. La prima domanda da porsi è: “che cos’è l’autismo?” Viene infatti spesso definito impropriamente malattia; tuttavia, l’autismo non è una malattia, in quanto una malattia presuppone una diagnosi e una cura. Dall’autismo, invece non si guarisce. L’autismo è una sindrome, anzi, il termine più corretto da usare sarebbe “sindrome dello spettro autistico”, poiché questa sindrome riguarda ogni aspetto dell’essere di una persona. Non esiste un’unica forma di autismo, ma esistono in realtà infinite combinazioni di questa sindrome: in pratica, ciò significa che ogni bambino affetto da autismo è unico, per questo è anche spesso difficile fare una diagnosi certa. Ci sono autistici che hanno un QI superiore alla media e altri che hanno dei deficit, chi parla e chi no. La stessa sindrome di Asperger, ad esempio, inizialmente venne considerata separata dalla sindrome dello spettro autistico, mentre oggi viene considerata una forma lieve d’autismo in cui non avviene la compressione del linguaggio e il ritardo mentale.
Il termine autismo fu identificato per la prima volta dallo psichiatra Leo Kanner nel 1943, quando descrisse i casi di una decina di bambini che secondo lui presentavano caratteristiche comuni, come l’essere apparentemente disinteressati al mondo o alle persone che li circondavano, il non rispondere se venivano chiamati per nome, avere una mania per alcuni tipi di oggetti o avere delle crisi nel caso in cui la routine quotidiana subisse delle variazioni. Kenner fu il primo a parlare di una sindrome specifica, di cui ancora oggi non si conoscono con certezza le cause. Gli studi più recenti sembrano dimostrare che il disturbo autistico sia la risultante di vari fattori, inclusa la combinazione di fattori genetici. Una predisposizione genetica associata a una causa esterna, come una forte infezione o un danno organico nelle prime fasi di sviluppo del sistema nervoso possono essere l’origine della sindrome, ma non c’è una certezza e una costante che vale per tutti gli autistici.
Sebbene la diagnosi debba sempre essere fatta da un esperto, i sintomi dell’autismo compaiono in genere prima dei tre anni, e riguardano difficoltà di linguaggio e comunicazione, un’apparente difficoltà al contatto emotivo con genitori e amici, la difficoltà di guardare in faccia chi sta parlando, movimenti di mani e piedi senza un motivo, la ripetitività di alcune attività. Tuttavia, lo spettro dei segni può essere molto più complesso di questo e variare.
In generale, i bambini autistici sono iper-sensoriali, ossia il loro cervello percepisce tutti gli stimoli derivanti dai sensi contemporaneamente, creando in loro una grande confusione. Per questo è importante che gli autistici siano invitati a fare una cosa alla volta, e mai contemporaneamente, ad esempio, usare solo poche parole, non essere impazienti nell’ottenere delle risposte, non chiedere di ascoltare e guardare contemporaneamente, evitare troppi stimoli esterni. Lo sport, ad esempio, è una delle terapie più consigliate per scaricare le tensioni, mentre dubbia è la valenza della musicoterapia (dipende dai bambini). Le terapie più utili sono quelle comportamentali che aiutano il ragazzo a migliorare la sua socialità e la sua autonomia nel quotidiano. E si sta sperimentando il ruolo dell’ossitocina, l’”ormone dell’amore”, come possibile terapia per trattare i disturbi autistici, sebbene le ricerche al momento siano sempre in una fase preliminare.
TEMA SULL’AUTISMO SVOLTO: CONCLUSIONE. I bambini autistici non vanno quindi curati, in quanto non sono malati, ma è necessario offrire loro gli strumenti per essere capiti e a noi per farci comprendere. L’integrazione a scuola non è certo semplice, ma sicuramente bisognerebbe promuovere una maggiore attenzione alle esigenze particolari di questi bambini per creare un ambiente scolastico che favorisca la migliore integrazione possibile, come creare dei luoghi dedicati alle diverse attività del bambino (un luogo per il tempo libero, per il lavoro indipendente, per il lavoro con i compagni etc), eliminare elementi anche d’arredo disturbanti, dedicare momenti di lavoro dedicati ai compagni e all’interazione con i compagni. La diversità non è un male, ma un modo per tutti di arricchirsi e conoscersi: l’importante è cercare di comprendersi e trovare la chiave di lettura giusta per capirsi, nonostante le tante difficoltà.
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