TEMA SVOLTO SUL TERRORISMO
La Maturità 2017 è il tuo tormento? Se sei alla ricerca di un saggio breve sul terrorismo o di un tema svolto per la prima prova di maturità, questo articolo fa per te. Noi della redazione di Studentville abbiamo infatti raccolto qui di seguito riflessioni sul terrorismo internazionale e sul terrorismo islamico in forma discorsiva argomentando esattamente come potresti fare tu. Il nostro consiglio è di leggerle di attenzione per capire come si svolge un tema (anche argomentativo) su questo argomento molto delicato e per carpire le informazioni che possono esserti utili. Siete pronti? Tenete d'occhio questo articolo perché potrebbe fornirvi moltissime informazioni utili.
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TEMA SUL TERRORISMO: SVOLGIMENTO PER TEMA ARGOMENTATIVO O SAGGIO BREVE SUL TERRORISMO ATTUALE
Ecco il testo da cui puoi prendere ispirazione (ti consigliamo, infatti, di evitare di copiare parola per parola!)
Tema svolto sul terrorismo: introduzione
Il termine “terrorismo” deriva originariamente dal Regime del Terrore, momento della Rivoluzione Francese durante il quale per mantenere il potere vennero attuate misure repressive sempre più dure nei confronti degli avversari politici. Oggi però il termine indica non tanto la persecuzione politica quanto più precisamente l’utilizzo da parte di un gruppo o di un singolo di una violenza definita illegittima (sono quindi esclusi gli atti militari durante una guerra) finalizzata a incutere terrore tra i membri di una comunità o di un gruppo.
Negli ultimi tempi il terrorismo è entrato sempre più prepotentemente nelle nostre vite ma è importante ricordare che questa violenza codificata non ha avuto origine con l’ISIS né con Al Quaeda: già nel diciannovesimo secolo si poteva parlare di terrorismo quando venivano condotti attacchi contro il potere o contro un dittatore ma è a partire dal ventesimo secolo che il terrorismo si è rivolto verso la gente comune. Il terrore diventa allora quello degli abitanti di una certa area o degli appartenenti a un certo gruppo sociale che, in seguito all’attacco e proprio per la paura cambiano il loro modo di vivere, di parlare, di esprimersi per evitare ripercussioni.
Tema svolto sul terrorismo: excursus sul terrorismo nel mondo
Se consideriamo la matrice che dà origine al terrorismo appare evidente come di questo esistano tipi diversi: abbiamo quindi il terrorismo politico, quello religioso e quello etnico.
Il terrorismo politico è quello che tramite la violenza cerca di ribaltare i rapporti di forza esistenti per affermare l’idea che porta avanti o, al contrario, per annichilire quella degli avversari. In Italia il terrorismo di matrice politica è stato molto diffuso tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70: terrorismo “rosso” e terrorismo “nero” si sono succeduti senza soluzione di continuità al punto che l’intero periodo storico viene ricordato come “gli anni di piombo” e produsse un irrigidimento della risposta delle forze armate e delle forze politiche anche più moderate a quelle che erano le richieste dell’ala non violenta del movimento del sessantotto.
Il terrorismo etnico si basa su quelle che potremmo chiamare giustificazioni etiche ma è anche profondamente legato alla politica e alla religione e per fare un esempio basta pensare all’IRA in Irlanda o agli indipendentisti baschi dell’ETA in Spagna per non parlare poi dello scontro che va avanti da decenni tra Israele e il popolo palestinese: in tutti questi casi però anche se possiamo considerare come base del terrorismo le differenze etniche e quindi il razzismo (ed è sicuramente questa una base che ideologizzata convince e chiama all’interno di questi gruppi i giovani che si sentono ignorati e disprezzati) è importante ricordare che spesso in questi conflitti sono presenti forti interessi politici e che questi interessi politici possono perfino essere di altre parti coinvolte che non prendono parte attiva negli attentati ma che ne muovono i fili da lontano. Infine, veniamo al terrorismo religioso. Questo tipo di terrorismo ha nella sua propaganda e nella sua attuazione forti riferimenti alla religione e spesso si fa riferimento a questi gruppi chiamandoli “gruppi fondamentalisti” che quindi adotterebbero alla lettera e in modo dogmatico i testi sacri della religione di riferimento ma il condizionale è d’obbligo visto che diversi teologi smentiscono regolarmente chi asserisce di aver compiuto un massacro in nome di una divinità qualunque.
Se ci soffermiamo a pensare agli ultimi atti di terrorismo, alla loro matrice religiosa di origine islamica e alle modalità con le quali si sono svolti gli attentati quello che ci colpisce è di sicuro l’assoluto disprezzo per la vita da parte dei terroristi e la loro capacità di guardare in faccia le loro vittime (non come farebbe per esempio un pilota d’aviazione che scarica bombe su una popolazione senza volto e che quindi lo costringe a empatizzare) e nonostante questo falciarle senza remore. Mi chiedo allora se questo disprezzo, questa considerazione della vita come qualcosa di poco valore che può essere spezzata o buttata quasi senza emozione non riguardi anche la vita del terrorista stesso, del ragazzo o della donna che imbraccia il fucile e spara a un gruppo di giovani andato a un concerto o che si fa esplodere in mezzo a una folla di pendolari: è un dato di fatto che nei territori dai quali proviene il terrorismo degli ultimi decenni l’Occidente (non a caso sempre presente come nemico nei proclami e nelle rivendicazioni dei terroristi) ha agito spostando poteri, guidando elezioni, sottraendo risorse e bombardando in più di un’occasione quindi mandando alle popolazioni del luogo il messaggio che la loro esistenza, se messa a confronto con la nostra, valesse veramente poco ed è facile immaginare come il ragazzino arrabbiato che si è visto spazzare via la casa e il futuro possa essere diventato un ingranaggio di una macchina più grande di lui che usa la sua disperazione e la sua freddezza per portare avanti la propria agenda.
Tema svolto sul terrorismo: conclusione
In conclusione possiamo forse allontanarci dalla definizione di terrorismo che abbiamo dato all’inizio di questa breve esposizione e considerare gli attacchi terroristici come veri e propri atti di guerra o forse come sintomi di una guerra sotterranea ma non per questo meno presente per fronteggiare la quale forse sarebbe meglio pensare a nuovi modi di intervenire e di trattare, combattendo la pratica del disprezzo per l’esistenza altrui e promuovendo invece il rispetto per la diversità e l’incontro tra culture, religioni, opinioni diverse.
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