Cum pecunia publica, quae ex metallis redibat, largitione magistratuum quotannis interiret, Themistocles persuasit populo ut ea pecunia classis centum navium aedificaretur. Qua celeriter effecta primum Corcyraeos fregit, deinde maritimos praedones consectando mare tutum reddidit. In quo cum divitiis ornavit, tum etiam peritissimos belli navalis fecit Athenienses. Id quantae saluti fuerit universae Graeciae, bello cognitum est Persico. Nam cum Xerses et mari er terra bellum universae inferret Europae cum tantis copiis, quantas neque ante nec postea habuit quisquam, atque huius de adventu cum fama in Graeciam esset perlata et maxime Athenienses peti dicerentur propter pugnam Marathoniam, miserunt Delphos consultum, quidnam facerent de rebus suis. Deliberantibus Pythia respondit, ut moenibus ligneis se munirent. Id responsum quo valeret cum intellegeret nemo, Themistocles persuasit consilium esse Apollinis, ut in naves se suaque conferrent: eum enim a deo significari murum ligneum.
Versione tradotta
Poiché il denaro pubblico che proveniva dalle miniere veniva consumato ogni anno per le elargizioni (fatte dai) dei magistrati, convinse il popolo a utilizzare quel denaro per costruire una flotta di cento navi. [3] E allestita questa (flotta) velocemente, dapprima vinse i Corciresi, dando la caccia ai pirati marittimi finché rese il mare sicuro. In questa (impresa) sia ornò di ricchezze, sia nel frattempo rese gli Ateniesi espertissimi della guerra navale. [4] Di quanta utilità sia stato alla salvezza di tutta la Grecia, lo si capì nella guerra persiana. Quando infatti Serse portava guerra per terra e per mare a tutta l'Europa, la invase con un esercito così grande quale nessuno né prima né dopo ebbe mai: [5] la flotta di costui si componeva di milleduecento navi da guerra, al quale seguivano duemila navi da carico; le truppe terrestri ammontavano a settecentomila fanti e quattrocentomila cavalieri. [6] Ed essendo arrivata in Grecia la notizia sullarrivo di questo (di Serse) e (poiché) si diceva che soprattutto gli Ateniesi erano presi di mira per la battaglia di Maratona, mandarono a consultare loracolo di Delfi, su che cosa dovessero fare riguardo alla loro situazione (lett. che facessero qualche cosa riguardo le loro cose). A coloro che la consultavano la Pizia rispose che si fortificassero con mura di legno. [7] Poiché nessuno capiva a che cosa mirasse questo responso, Temistocle li convinse che era il consiglio di Apollo che recassero loro stessi e le proprie cose sulle navi: questo era infatti il muro di legno che era indicato dal dio.
- Letteratura Latina
- Liber de excellentibus gentium (Temistocles) di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote