[1] Primus autem gradus fuit capessendae rei
publicae bello Corcyraeo; ad quod gerendum praetor a populo factus non solum praesenti bello, sed etiam reliquo tempore
ferociorem reddidit civitatem. [2] Nam cum pecunia publica, quae ex metallis redibat, largitione magistratuum quotannis
interiret, ille persuasit populo, ut ea pecunia classis centum navium aedificaretur. [3] Qua celeriter effecta primum
Corcyraeos fregit, deinde maritimos praedones consectando mare tutum reddidit. In quo cum divitiis ornavit, tum etiam
peritissimos belli navalis fecit Athenienses. [4] Id quantae saluti fuerit universae Graeciae, bello cognitum est Persico. Nam
cum Xerxes et mari et terra bellum universae inferret Europae cum tantis copiis, quantas neque ante nec postea habuit quisquam:
[5] huius enim classis mille et ducentarum navium longarum fuit, quam duo milia onerariarum sequebantur; terrestres autem
exercitus septingenta peditum, equitum quadringenta milia fuerunt. [6] Cuius de adventu cum fama in Graeciam esset perlata et
maxime Athenienses peti dicerentur propter pugnam Marathoniam, miserunt Delphos consultum, quidnam facerent de rebus suis.
Deliberantibus Pythia respondit, ut moenibus ligneis se munirent. [7] Id responsum quo valeret, cum intellegeret nemo,
Themistocles persuasit consilium esse Apollinis, ut in naves se suaque conferrent: eum enim a deo significari murum ligneum.[8]
Tali consilio probato addunt ad superiores totidem naves triremes suaque omnia, quae moveri poterant, partim Salamina, partim
Troezena deportant; arcem sacerdotibus paucisque maioribus natu ac sacra procuranda tradunt, reliquum oppidum relinqunt.
Versione tradotta
[1] Invece il primo
passo per darsi alla vita politica fu al tempo della guerra contro (lett di) Corcira (lodierna Corfù): nominato stratega dal
popolo per condurre la quale (guerra), rese la città più pronta non solo nella guerra di allora ma anche per il futuro. [2]
Poiché il denaro pubblico che proveniva dalle miniere veniva consumato ogni anno per le elargizioni (fatte dai) dei magistrati,
convinse il popolo a utilizzare quel denaro per costruire una flotta di cento navi. [3] E allestita questa (flotta)
velocemente, dapprima vinse i Corciresi, dando la caccia ai pirati marittimi finché rese il mare sicuro. In questa (impresa)
sia ornò di ricchezze, sia nel frattempo rese gli Ateniesi espertissimi della guerra navale. [4] Di quanta utilità sia stato
alla salvezza di tutta la Grecia, lo si capì nella guerra persiana. Quando infatti Serse portava guerra per terra e per mare a
tutta l'Europa, la invase con un esercito così grande quale nessuno né prima né dopo ebbe mai: [5] la flotta di costui si
componeva di milleduecento navi da guerra, al quale seguivano duemila navi da carico; le truppe terrestri ammontavano a
settecentomila fanti e quattrocentomila cavalieri. [6] Ed essendo arrivata in Grecia la notizia sullarrivo di questo (di
Serse) e (poiché) si diceva che soprattutto gli Ateniesi erano presi di mira per la battaglia di Maratona, mandarono a
consultare loracolo di Delfi, su che cosa dovessero fare riguardo alla loro situazione (lett. che facessero qualche cosa
riguardo le loro cose). A coloro che la consultavano la Pizia rispose che si fortificassero con mura di legno. [7] Poiché
nessuno capiva a che cosa mirasse questo responso, Temistocle li convinse che era il consiglio di Apollo che recassero loro
stessi e le proprie cose sulle navi: questo era infatti il muro di legno che era indicato dal dio. [8] Tale parere viene
considerato giusto e così gli Ateniesi aggiungono alle (navi) precedenti altrettante navi triremi che potevano essere
trasportate, parte a Salamina, parte a Trezene: affidano l'Acropoli e l'espletamento del culto ai sacerdoti e a pochi
anziani (lett. maggiori per nascita) e abbandonano il resto della città.
- Letteratura Latina
- Liber de excellentibus gentium (Temistocles) di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote