TEORIE SULL’INTELLIGENZA IN PSICOLOGIA. L’intelligenza è un fenomeno complesso, ancora in attesa di essere definito in maniera adeguata. Generalmente, essa viene intesa dagli psicologi come la capacità di usare le risorse disponibili per adattarsi alle situazioni in modo efficace, di far buon uso della razionalità, di comprendere. Inizialmente si riteneva che l’intelligenza fosse da ricondurre a un fattore generico di abilità mentali definito da Spearman come punto g. Col tempo però, l’idea di un’intelligenza generale è stata messa da parte a favore di un punto di vista multi-dimensionale del fenomeno. Negli anni Sessanta, infatti, è nata la distinzione fra l’intelligenza fluida e quella cristallizzata: la prima riguarda essenzialmente le capacità mnemoniche e cognitive, la seconda le informazioni e le competenze acquisite con l’esperienza. Un fatto degno di nota è che nelle persone anziane risulta evidente come l’intelligenza fluida, al contrario di quella cristallizzata, vada più facilmente in declino col passare del tempo; questo accade in quanto essa esprime un tipo di intelligenza generale, mentre l’intelligenza cristallizzata concerne apprendimenti legati alla cultura di appartenenza e alla propria storia personale.
TEORIE INTELLIGENZA: LE PRINCIPALI. Un altro contributo alla comprensione dell’intelligenza ci arriva da Louis Thurstone. Egli individua 6 attitudini intellettive primarie: la memoria, la comprensione verbale, la fluidità verbale, l’abilità numerica, il ragionamento, la visualizzazione spaziale.
J.P.Guilford, invece, considera le diverse abilità mentali secondo l’asse delle operazioni (memoria, valutazione, cognizione, produzione divergente e produzione convergente ), dei prodotti (relazioni, sistemi, implicazioni, classi, trasformazioni, unità ) e dei contenuti ( simbolico, semantico, comportamentale, figurale): i fattori dei suddetti assi vengono combinati fra loro in modo da creare una sorta di “mappatura” delle competenze dell’individuo.
La teoria delle intelligenze multiple avanzata da Howard Gardner afferma l’esistenza di almeno 8 tipi di intelligenza; questi sono compresenti, seppur in grado diverso, in ogni individuo, e godono di una certa indipendenza l’uno dall’altro ( tale indipendenza si esplicita, secondo Gardner, nel fatto che intelligenze diverse sono associate a diversi sistemi indipendenti dal punto di vista neurologico). Vengono quindi distinte l’intelligenza interpersonale, intrapersonale, corporeo-cinestetica, naturalistica, logico-matematica, musicale, linguistica e spaziale. L’autore sottolinea come tutte le attività implichino l’uso di diverse intelligenze che operano insieme.
STUDI SULL’INTELLIGENZA: MODELLO DELL’ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI. Per quel che riguarda lo studio dell’intelligenza, la psicologia cognitiva propone il Modello dell’elaborazione delle informazioni: tratto saliente di questo contributo è quello di non approcciarsi alla valutazione dell’intelligenza dal punto di vista della sua struttura, bensì del processo, e della sua velocità, attraverso cui questa si manifesta. Vengono quindi prese in considerazione le modalità con cui gli individui memorizzano ed elaborano le informazioni, nonché il modo in cui queste vengono usate a fini adattivi e allo scopo di produrre comportamenti intelligenti.
INTELLIGENZA PRATICA ED EMOTIVA. Infine, ricordiamo che all’intelligenza pratica, così come considerata da Sternberg, si accompagna l’intelligenza emotiva: essa si riferisce al grado di autoconsapevolezza riguardo il proprio mondo emotivo e concerne quindi il modo in cui le emozioni vengono esperite, valutate, espresse e regolate. La sua esistenza aiuta a comprendere come molti individui “mediamente intelligenti dal punto di vista tradizionale” possano godere di un certo successo. L’intelligenza emotiva è infatti alla base dell’empatia, di una comunicazione che “crea legame”.
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