Tesina Maturità Liceo Scientifico su Estetica e perfezione: introduzione
Il Neoclassicismo, corrente artistica a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo che investì gran parte dell’Europa, guardava all’arte dell’antichità classica,specie a quella della Grecia.Il termine fu coniato alla fine dell’Ottocento con intento dispregiativo per indicare un’arte non originale,fredda ed accademica. Tuttavia esso ben comunica il desiderio di ritorno all’antico e la volontà di dar vita ad un nuovo classicismo;un periodo in cui si fecero sentire particolarmente gli effetti degli scavi di Ercolano e di Pompei.
Il movimento Neoclassico ebbe come sede privilegiata Roma, fonte inesauribile di ispirazione classica;massimo teorico fu Johann Joachim Winckelmann che nel 1755 pubblicò a Dresda, i Pensieri sull’imitazione dell’arte greca nella pittura e nella scultura. Giunto a Roma potè concludere la sua opera Storia dell’arte nell’antichità. Egli era della ferma convinzione che la vera grandezza artistica era propria della Grecia e pertanto “l’unica via per divenire grandi e,se possibile ,inimitabili,è l’imitazione degli antichi”.
Antonio Canova, colui il quale incarna i principi neoclassici di Winckelmann,sia nel disegno sia nella scultura,più di quanto non abbiano fatto i contemporanei dello studioso, nacque vicino Treviso nel 1757. Dedito al lavoro e particolarmente legato a Roma vi morirà nel 1822 lasciando un segno indelebile nella storia della scultura.
Scopo di Canova è il raggiungimento di una bellezza ideale,che i Greci avevano realizzato,cioè quella derivante da un’idea di “bello “ che l’artista crea nella sua mente dopo aver constatato l’impossibilità di trovare un corpo perfetto in natura. A tale bellezza si può pervenire attraverso una forte padronanza della tecnica scultorea imitando la scultura classica.
Unico materiale utilizzato dal Canova è il marmo in quanto esso poteva rendere la morbidezza e la flessibilità della carne. Una caratteristica delle opere canoviane è l’utilizzo di una cera rosata o ambrata che rendeva il colore del marmo simile a quello dell’incarnato.
Ormai all’apice della sua fama, gli fu commissionato nel 1813,dalla moglie di Napoleone, Giuseppina di Beauharnais, il gruppo marmoreo delle Grazie. Il tema era particolarmente apprezzato dagli artisti e dai teorici del neoclassicismo per l’evidente riferimento al desiderio di grazia e di compostezza ricercato in quegli anni dall’arte figurativa.
L’abbraccio delle tre dee e la posizione delle gambe creano un effetto di movimento circolare;l’espressione dei volti accentua l’estrema delicatezza che pervade l’opera canoviana. La lavorazione del marmo,su cui si concentrava particolarmente l’artista fino a renderlo quasi traslucido,cioè quasi trasparente,evita gli effetti di chiaroscuro esaltando la levigatezza della superficie e la linearità del disegno compositivo.
Tale opera è la massima espressione degli ideali neoclassici volti a ricercare quegli effetti di grazia e compostezza già raggiunti dagli scultori greci,in nome di una bellezza ideale che doveva essere riformulata.
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