Tesina - La Sessualità - Studentville

Tesina - La Sessualità

quello della tesina è un argomento topico presente in molti autori della letteratura italiana, latina, greca ed anche inglese ed è stato opportuno operare innanzitutto una selezione degli autori preferendo quelli più emblematici. ho dato molto più sp

Tesina: Umanistica[br] Di: Dionisio R. [br] Tipo Scuola: Liceo Classico [br][br] [b]Abstract:[/b] [br]Per sessualità si intende l’attività sessuale dell’essere umano, considerata non solo nel suo particolare aspetto biologico, ma anche in quello psicologico, sociale, culturale. La parola primitiva da cui deriva è il termine « sesso » che può avere diverse etimologie: • Dal lat. Sexus/secus, che deriva a sua volta dal termine greco “texos”, “procreato” dal verbo in radice tak- “fabbricare” • Dal lat. Texere “tessere” • Dal gr. exis→sexis “stato, condizione” • Dal lat. Secare “separare” (a indicare la separazione, la diversificazione uomo – donna) Grammaticalmente il termine sessualità ha vari sinonimi, ma quello più importante a livello umanistico è il termine “erotismo”. Dal nome del dio greco dell’amore Eros, immaginato originariamente come simbolo della coesione interna dell’universo e della forza attrattiva che spinge gli elementi della natura ad unirsi tra loro, fu usato per la prima volta in filosofia da Platone che nel Simposio lo descrive come un demone sempre inquieto e scontento. Secondo Platone infatti Eros era figlio di Pòros (Abbondanza) e Penìa (Povertà): la filosofia intesa come eros è dunque essenzialmente amore ascensivo, che aspira alla verità assoluta e disinteressata (ecco la sua abbondanza); ma al contempo è costretta a vagare nelle tenebre dell’ignoranza (la sua povertà). Eros rappresenta così la ricerca di completezza che causa l’amore e le mille astuzie a cui sono pronti gli amanti per raggiungere i loro scopi amorosi. In chiave prettamente filosofica, la natura ingegnosa di Eros lo porta ad essere via verso la filosofia attraverso la mania erotica. Discernendo da qualsiasi valore filosofico, e concentrandoci su quello che è poi il significato puramente edonistico del “praticare l’amore” è d’obbligo citare l’opera più importante della letteratura sanscrita sull’amore, ossia il Kama Sutra, scritto dall’indiano Vatsyayana tra il I e il IV secolo d.C. L’opera, che consta di 35 capitoli, non è, come si pensa, un semplice manuale dove sono elencate 68 posizioni sessuali: nell’economia del libro esse rappresentano solo il 20%. Il resto è una guida su come essere un buon cittadino e parla delle relazioni fra uomini e donne. Il Kama Sutra descrive il fare l’amore come un’unione divina. Vatsyayana credeva che il sesso in sé non fosse sbagliato, a meno che non lo si facesse frivolmente. Il Kama Sutra ha aiutato le persone a godere dell’arte del sesso in maniera più profonda e può essere considerato una guida tecnica al godimento sessuale, oltre a provvedere ad una descrizione dei costumi e delle pratiche sessuali dell’India di quei tempi. Il Kama (in sanscrito piacere o benessere) non è infatti percepito come un peccato, ma è uno dei quattro scopi della vita (purushartha).

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