Tesina: Umanistica[br] Di: Dario F. [br] Tipo Scuola: Liceo Classico [br][br] [b]Abstract:[/b] [br]la filosofia di Nietzsche, Montale: ‘Spesso il male di vivere ho incontrato’, Picasso: ‘Guernica’, Canto XXXIII del Paradiso, Joyce: ‘The Dead’, Munch: ‘Il grido’, Emily Dickinson: ‘There is a solitude of space’, Leopardi: ‘L’infinito’, la crisi della fisica Newtoniana, la fisica quantistica, la fisica relativistica, la geometria sferica, la teoria dell’univers chiuso, lo Stoicismo, il saggio stoico di Seneca, Superuomo D’annunziano e Oltreuomo Nietzschiano, Nietzsche e il nazismo, ascesa al potere di Hitler. prime 30 righe della tesina: – Introduzione Studiando la figura e lâopera di Nietzsche ho subito fortemente il fascino di questo autore e della sua scrittura filosofica. Ho intravisto in modo del tutto personale la possibilità di interpretare le grandi trasformazioni interne ai diversi ambiti del sapere e della cultura del â900 alla luce delle sue grandi intuizioni. Inoltre la sua opera, in particolare la lettura dello Zarathustra, mi ha spinto a riflettere su determinati aspetti della natura profonda dellâuomo, aspetti che trovano espressione nelle grandi manifestazioni artistiche, alcune delle quali ho voluto introdurre nella mia trattazione, così come nel quotidiano, poiché ogni visione, dice Nietzsche, è di per sé un vedere abissi. – Perché la visione e lâenigma? Ad ogni visione, o per meglio dire, ad ogni fenomeno è impossibile dare una spiegazione obbediente alle regole della logica razionale e che ne racchiuda il senso per intero. Questo perché il sapere completo non può prescindere dallâaspetto irrazionale, oscuro della realtà , la zona dâombra che la cultura occidentale da Socrate in poi ha deprezzato. Razionale non è reale, reale non è razionale. Uno dei grandi meriti di Nietzsche è appunto quello di aver liberato il sapere dal fardello della cultura tradizionale, incapace di andare oltre le sue favole metafisiche. Il sapere di Nietzsche è un sapere nuovo, intuitivo, istintivo. à un sapere che necessità dellâombra, ossia dellâerrore della conoscenza che Nietzsche per primo pone come fonte stessa del sapere. Ed è questo il senso dellâaforisma conclusivo di umano, troppo umano, un libro per spiriti liberi (1880) intitolato âil viandante e la sua ombraâ. Lâanima non va conosciuta, bensì intuita. Lâuomo può finalmente, dopo millenni di mortificazione dellâumano, riscoprire il sé più profondo e più vero, abissale: Ecce homo. Ogni conoscenza dunque contiene un enigma, così come in ogni dato sensibile si nasconde un abisso imperscrutabile. – Montale: âSpesso il male di vivere ho incontratoâ (1925) à un meccanismo del tutto simile al âcorrelativo oggettivoâ della poesia ermetica di Montale: ogni paesaggio e ogni oggetto è visto da Montale nel suo essere cosa in sé e come simbolo della condizione umana, oltre la sua fisicità . Questo non è altro che vedere in ogni visione un abisso, che per Montale è lâabisso della sofferenza dellâuomo e del mondo. Testo emblematico di questa tecnica e di questa filosofia è âSpesso il male di vivere ho incontratoâ (1925) contenuto in âOssi di seppiaâ. […]
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