TESINA MATURITÀ SULL’ILLUSIONE: INTRODUZIONE
L’illusione è quella componente irrazionale della natura umana che si ostina a credere in quei valori o ideali che non trovano alcuna realizzazione nella vita quotidiana. Cercare di capire che cosa e’ la realtà quando ci si trova immersi nella totale illusione e’ praticamente impossibile.
Ho scelto il tema dell’illusione per dimostrare quanto spesso ciò che ci viene mostrato come reale, si rivela essere una menzogna. Attraverso l’illusione e la promessa di qualcosa di migliore, ci facciamo ingannare dalle apparenze, dalle utopie, dimenticando quella che è la realtà e credendo alla rappresentazione fittizia che ci viene offerta di essa. Senza andare molto lontano nel tempo, ma rimanendo ai giorni nostri, si potrebbe far riferimento alla realtà virtuale, usata come una droga allucinogena, per “fare uscire di testa” le masse e soprattutto i giovani che, sperimentano, come in ipnosi, realtà di violenza gratuita, che, insieme ai mass media, ci propina immagini di morte e catastrofi all’ora di pranzo, facendocele ingoiare assieme al cibo quotidiano. In questo modo diventano parte del nostro alimento e vengono assimilate a livello inconscio.
Come se ciò non bastasse, stanno ora diffondendosi, all’interno di Internet, giochi di simulazione esistenziale che offrono la possibilità di costruirsi una vita virtuale ideale in cui, desideri inappagati di fama e ricchezza possono, magicamente, essere soddisfatti. Ho visto gente trascorrere intere giornate dentro la simulazione virtuale dimenticandosi di vivere per davvero…follia reale! La simulazione virtuale dovrebbe servire per farci progettare un mondo migliore e aiutarci a non commettere errori di valutazione.
Se imparassimo a utilizzarla come strumento di verifica ci fornirebbe il migliore servizio, senza “effetti collaterali”; invece, viene subdolamente usata, per accrescere l’illusione collettiva e alimentare desideri consumistici o, addirittura, tendenze criminali.
Quello che possiamo fare, per non cadere nel tranello della virtualità, è focalizzare il nostro pensiero, individuale e collettivo, sul senso della vita e la percezione del presente. La vita è un continuo divenire che è colto solo quando fluiamo con esso centrati nel “qui ed ora” , ossia, nell’eterno presente. Questa è l’unica condizione che dissolve il velo e mostra la realtà per quello che veramente è: una potenzialità di eventi, pensieri e stati emotivi a cui possiamo dare espressione secondo la nostra consapevole scelta.
Ma se dimentichiamo per un attimo la realtà virtuale e pensiamo al concetto di verità, ci viene in mente una cosa: il fatto che ci venga proposta come vera una certa visione della realtà allo scopo di controllarci è qualcosa che succede da secoli, qualcosa che continua a succedere e che ha avuto gli esempi più evidenti proprio nel secolo appena trascorso. Pensiamo alla Chiesa del Seicento, quella che fece ritrattare Galileo a proposito delle sue tesi eliocentriche in favore di quelle etnocentriche, che, in quanto nominate nella Bibbia, erano le uniche ammesse dalla Chiesa. Confutarle avrebbe significato porre dei dubbi sulla creazione divina del mondo, e quindi sul potere di controllo dei fedeli da parte della Chiesa.
Nel XX secolo lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa ha avuto un ruolo fondamentale nell’ascesa dei regimi totalitari, perché permetteva ad essi di proporre alle masse esclusivamente la loro verità, che era così unica ed inconfutabile. Ed è proprio di questo che si occupa il filosofo della scuola di Francoforte Herbert Marcuse, che sottolinea quanto la realtà sociale equivalga sempre e comunque ad una mistificazione. Una altro filosofo che si occupa dell’illusione è Schopenhauer, il quale la definisce come ciò che nell’antica sapienza indiana è detto “velo di Maya”, ovvero il fenomeno, mentre il noumeno è una realtà che si nasconde dietro l’ingannevole trama del fenomeno e che il filosofo ha il compito di scoprire.
“È Maya, il velo ingannatore, che avvolge gli occhi dei mortali e fa loro vedere un mondo del quale non può dirsi né che esista, né che non esista; perché ella rassomiglia al sogno, rassomiglia al riflesso del sole sulla sabbia, che il pellegrino da lontano scambia per acqua, o anche rassomiglia alla corda gettata a terra che egli prende per un serpente” da Il mondo come volontà e come rappresentazione di Schopenhauer.
Nella letteratura italiana è presente la poetica pirandelliana, anch’essa incentrata sulla critica delle illusioni, che sfocia nella consapevolezza della impossibilità di conoscere la
realtà, e che qualsiasi rappresentazione del mondo si rivela inadeguata all’inattingibile verità
della vita, percepita come un flusso continuo, caotico e inarrestabile.
Ma il tema dell’illusione, o meglio dell’utopia, era presente già ai tempi di Seneca e Tacito, che si illudono di aver trovato in Nerone le virtù di un grande sovrano illuminato, quando poi si rendono conto di essere stati vittime di un’illusione, dal momento in cui la figura di Nerone degenera in quella di tiranno.
Infine Teocrito, attraverso la poesia bucolica, creava al suo pubblico l’illusione di una vita perduta ma non obliata, cercando di dimenticare e di far dimenticare per un attimo le imponenti costruzioni alessandrine, unendo la realtà all’immaginazione, creando così l’illusione della realtà.
E’ nel teatro dell’assurdo, invece, che le illusioni lasciano il posto alla consapevolezza della totale impossibilità di ogni comunicazione e dell’assurdità della condizione umana, che si ritrovano in opere come “Waiting for Godot” di Samuel Beckett.
TESINA SULL’ILLUSIONE: COLLEGAMENTI
Argomenti trattati:
- STORIA: l’illusione nella propaganda totalitaria (fascismo, nazismo e stanlinismo)
- FILOSOFIA: Herbert Marcuse e Arthur Schopenhauer
- ITALIANO: Luigi Pirandello
- LATINO: Seneca e Tacito
- INGLESE: Il teatro dell’assurdo, S. Beckett
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