Tesina: Umanistica[br] Di: Fiorella S. [br] Tipo Scuola: Liceo Classico [br][br] [b]Abstract:[/b] [br]âColoro che dimenticano il passato sono condannati a ripeterloâ si legge allâentrata del museo del campo di concentramento di Dachau. Non solo. Guardare in faccia le atrocità commesse o subite è la strada maestra per costruire un futuro di pace. In questi ultimi anni abbiamo visto di tutto: tribunali internazionali, corti contro i crimini di guerra, commissioni dâinchiesta, la riscrittura della storia, richieste di verità da parte delle vittime o dei parenti delle vittime rimaste inascoltate. Lo sviluppo della memoria, in termini di raccolta, diffusione, pubblicazione, non coincide necessariamente con un incremento di interesse. Eppure i processi, come del resto i lavori delle commissioni per la verità , costituiscono sempre unâoccasione per risvegliare e rinnovare la sua presenza, il suo ruolo di possibile riconciliazione o di mantenimento delle divisioni nella società . Ma come è possibile che in queste occasioni si giunga a una rappresentazione distorta della storia è ancora più possibile che la memoria venga strumentalizzata, decontestualizzata, sottratta ai suoi naturali possessori e offerta manipolata ai suoi destinatari. Come è possibile che unâesperienza nazionale in cui sono avvenuti massacri di massa e violazioni ripetute dei diritti umani possa trovare una coerente narrazione che renda giustizia alla memoria delle vittime e dei carnefici, dei collaborazionisti e degli attendisti? à più facile al giudice o allo storico trovare la strada per suggerire una sorta di pacificazione della memoria o proporre un racconto condiviso, necessariamente compromesso? Si torna, dunque, al problema se sia più utile alla convivenza sociale il ricordo o lâoblio; una questione analoga a quella se debba prevalere la punizione o il perdono. Tra i Paesi che hanno scelto la seconda strada (oblio e perdono spesso sono due facce della stessa medaglia) forse solo la Spagna lo ha fatto senza eccessive polemiche e traumi particolari. In Sudamerica, invece, la questione sembra rimanere intatta in tutta la sua problematicità , come dimostra la contrastata accoglienza dellâopinione pubblica argentina alla tenace lotta delle madri di Plaza de Mayo per tenere vivo il ricordo dei desaparecidos. Memoria e narrazione non sono disgiunte dalla questione che più di ogni altra, probabilmente, riassume e intreccia tutti i problemi ricordati finora: la questione della verità . Non è un caso che la verità sia il fine di ogni processo, anche se si parla spesso, per evitare fraintendimenti, di verità âprocessualeâ o âgiudiziariaâ; e non è un caso neppure che le commissioni che sono state istituite per fare i conti con un passato al tempo stesso tragico e scomodo siano state chiamate commissioni per la verità . Il problema della verità , almeno per quanto riguarda la storia, è sempre legato a quello dellâinterpretazione. Ma non sâidentifica o si stempera in esso. La connessione tra i fatti e il meccanismo della loro sequenza, oltre che la selezione di eventi ritenuti rilevanti, è certamente influenzato dalle ipotesi interpretative; come lo sono la ricerca e la spiegazione delle cause, dei precedenti, del contesto e il modo in cui viene presentato il racconto storico.
- Tesine