Tesina: Umanistica[br] Di: Simone P. [br] Tipo Scuola: Liceo Classico [br][br] [b]Abstract:[/b] [br]Scacchi: parola che pare provenga dal persiano Shah = re, imperatore, da cui lâespressione ShÄh mÄt(a) – Scacco Matto – che significa âIl re è mortoâ Gli Scacchi sono il gioco intellettuale per eccellenza. Senza far uso di strumenti casuali (come i dadi o la roulette), che inquinerebbero la contesa, due intelletti vengono contrapposti in una situazione così complessa che nessuno dei due può sperare di comprenderla completamente. Tuttavia, il gioco è sufficientemente analizzabile, di modo che ciascuno può sperare di sconfiggere lâaltro. Se si potesse sviluppare un giocatore artificiale vincente, si potrebbe affermare di aver penetrato il nucleo dellâattività intellettuale umana. Il gioco degli scacchi deriva dal chaturanga, gioco del VI secolo originario dellâIndia che ha in seguito dato origine a varie forme di passatempi nelle diverse regioni asiatiche ed occidentali. Inoltre non è trascurabile il probabile influsso che giochi da tavolo greci e romani nell’area greco-ellenistica possano aver avuto sul più tardo gioco indiano, nei primi secoli dell’era cristiana. A partire dal IX secolo, il gioco si diffuse dall’Europa araba nel resto del continente, favorito anche dal successo che riscontrava nella cultura cavalleresca. Inizialmente, in Europa le regole non differivano da quelle del gioco arabo, caratterizzato da una scacchiera senza colori e da regole che rendevano piuttosto lento lo svolgimento del gioco. Nel corso dei secoli, la necessità di velocizzare il gioco, essendo spesso le partite giocate per scommessa, comportò progressivamente l’adozione di movimenti più veloci. Eâ verso la fine del quindicesimo secolo in Italia, che vengono definitivamente fissate le regole moderne. Questi cambiamenti hanno favorito la divulgazione del gioco degli scacchi. Da allora, in Europa, si è giocato quasi allo stesso modo in cui si gioca oggi. Le regole odierne sono state congelate nel diciannovesimo secolo. Il termine Decadentismo deriva dalla parola francese décadent, e si riferisce al sonetto "Languore", pubblicato il 26 maggio 1883 su un periodico francese intitolato "Il gatto nero" (Le Chat Noir) dal poeta francese Paul Verlaine, che recita: « Sono l’Impero alla fine della decadenza,che guarda passare i grandi Barbari bianchicomponendo acrostici indolenti dove danzail languore del sole in uno stile d’oro. » Questo tema della "decadenza sociale" fu ripreso da un gruppo di scrittori, che intitolarono una rivista con il nome di "Le Decadent", che trattava proprio i vari aspetti della crisi. Il termine originariamente indicava quindi un determinato movimento letterario nato nella Parigi di fine Ottocento; successivamente venne utilizzato per definire una letteratura che non aveva più dei valori portanti da trasmettere. Di conseguenza furono riuniti sotto il termine decadentismo tutti quei movimenti artistici e letterari sviluppatisi in Europa a partire dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli inizi del XX secolo che si contrapponevano alla razionalità del positivismo scientifico.
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