Tesina di Maturità su realtà e apparenza: introduzione
L’illusione venne affrontata nel campo filosofico nella seconda metà del settecento da Kant che mise in evidenza due aspetti della realtà: il fenomeno e il noumeno, che rappresentano rispettivamente ciò che è conoscibile e ciò che è ignoto.
Una delle opere più famose di Kant è “La critica della ragion pura”, un testo di gnoseologia, in cui si propone di sottoporre a giudizio la ragione umana. Quest’opera è composta da due sezioni: estetica trascendentale e logica trascendentale, divisa a sua volta in analitica trascendentale e dialettica trascendentale. La prima parte dell’ analitica trascendentale ha per oggetto le forme a priori dell’ intelletto e prende il nome di analitica dei concetti. Essi sono le regole mediante le quali l’ intelletto giudica. Kant chiama tali concetti categorie , in quanto essi definiscono i modi universali del pensare (ovvero del giudicare). Nell’analitica dei concetti Kant vuol dimostrare che senza “concetti puri”, cioè le categorie, non vi sono oggetti d’esperienza; dimostra ciò tramite quella che lui chiama la deduzione trascendentale delle categorie. Le categorie entrano necessariamente a costituire gli oggetti d’esperienza: l’oggetto d’esperienza è costituito proprio dalle intuizioni sensibili, e dalle categorie. Ma cosa sono le categorie? Le categorie sono i modi in cui l’intelletto unifica e sintetizza, sono “forme unificatrici, sintetizzatrici” dei dati sensibili, sono i fondamenti della possibilità di ogni esperienza in generale. Capiamo così perché per Kant l’intelletto sia la facoltà di giudicare; ossia unificare un molteplice sotto una rappresentazione comune. Kant comincia con l’ osservare che , poichè ogni nostro pensiero comporta un’ unificazione delle intuizioni , occorre che esista una ” unità originaria ” che preceda tutti i singoli atti di unificazioni. All’ unità originaria che sta alla base di ogni unificazione Kant dà quindi il nome di Io penso, esprimendo con tale termine l’ autocoscienza ( o appercezione trascendentale ) del soggetto conoscente che , riferendo a se stesso ogni rappresentazione, ne costituisce il comune elemento unificante. Le intuizioni sensibili non sono mai rappresentazioni di cose in sè, ma soltanto di fenomeni. Potendo essere applicate esclusivamente ai dati dell’ intuizione, anche le categorie, se usate correttamente, saranno riferibili solo al mondo fenomenico. Oggetto della conoscenza umana é quindi sempre soltanto il fenomeno. Se noi conosciamo gli oggetti secondo i modi della nostra conoscenza, questo significa che, in senso proprio, noi non conosciamo gli oggetti come essi sono in realtà, ma come ci appaiono, come essi risultano dall’incontro con le nostre strutture conoscitive. La realtà in sé rimane consegnata all’inconoscibilità. Tale realtà in sé è definita da Kant noumeno (“pensabile”, participio medio del verbo greco noéo, pensare): essa è ciò che in senso proprio non si può conoscere ma che tuttavia è necessario pensare come concetto?limite del nostro conoscere.
Collegamenti per il Percorso sulla Realtà e l’Appartenza
Ecco gli argomenti trattati:
- Filosofia: Kant e Schopenhauer
- Storia dell’Arte: Pre-impressionismo e realismo
- Storia: La propaganda Fascista
- Geografia astronomica: Le stelle
- Italiano: Pirandello
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Maturità 2019: risorse utili
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