SAGGIO BREVE PER LA MATURITA SVOLTO INNAMORAMENTO E AMORE
TITOLO: Condannati all’amore DESTINAZIONE: rivista rosa
SAGGIO BREVE INNAMORAMENTO E AMORE: SVOLGIMENTO
L’amore è un sentimento innato in ognuno di noi e nel momento in cui un uomo viene al mondo, nonostante ne sia inconsapevole, è già egli stesso frutto di un atto d’amore e autore di tale emozione. Fin dall’antichità, e si può addirittura affermare fin dalle origini di ogni letteratura, l’amore è un tema centrale e predominante. Si cerca da sempre una spiegazione ad un soggetto così discusso ma non credo che ci sia una definizione oggettiva da attribuire ad esso: ne è prova l’interesse e la speculazione, di natura di diverso tipo, di molti artisti e letterati. Nel secolo VIII a.C. in Grecia già si parlava dell’amore nei poemi omerici, allora ancora tramandati oralmente, poiché la prima redazione scritta si ebbe due secoli dopo. Penelope, sposa fedele e innamorata, non cede alle proposte indecenti dei Proci ma accetta di aspettare e di credere nel ritorno del marito, Odisseo, così tanto amato. Per difendere e salvare il suo amore puro, la regina di Itaca sceglie di ingannare i suoi pretendenti. Continuando il nostro viaggio nella letteratura greca, incontriamo i lirici del VII secolo a.C.; considerata da sempre la poetessa per antonomasia, Saffo dedica più versi al sentimento “amore” e anche alla dea che nella mitologia classica lo rappresenta, Afrodite. Il suo è un amore non solo eterosessuale ma anche omosessuale. Saffo ama il marito, dal quale, secondo delle testimonianze, ha avuto una figlia e, allo stesso tempo, ama le sue allieve, le partecipanti al tiaso. Attualmente, nonostante si parli di progresso e di evoluzione della società, ci si scandalizza e ci s’indigna a parlare di “amore omosessuale” e notizie che informano su omicidi di amici e familiari omofili sono all’ordine del giorno. Ci si cimenta a trovare un nome per classificare i “poveri sventurati, i “deviati della natura” ma sono fermamente convinta del fatto che appellativi offensivi e volgari non ci sarebbero se, allo stesso modo, non ci fosse la catalogazione dei cosiddetti “eterosessuali”, coloro che noi tutti consideriamo “normali”. Appurato che il concetto di “normalità” è, anch’esso, soggettivo e, a mio avviso quasi inspiegabile, credo che, soprattutto nella sfera amorosa non se ne debba tener conto. Secondo l’etica comune è lecito solo un amore tra un uomo e una donna mentre tutti gli altri sentimenti devono essere condannati. Personalmente sono schierata con tutti coloro che lottano e hanno il coraggio di gridare al mondo la propria scelta, dovuta al potere dell’amore. Non si è consci della nascita di un amore nei confronti di un’altra persona e talvolta ce ne si rende conto nel momento in cui è troppo tardi dimenticare l’altro, quando non si parla più di amoresentimento, ma di amore inteso come passione. Quando ci si innamora, si è in una dimensione superiore a quella della vita terrena e a sostenerlo è anche l’autore del libro “Innamoramento e Amore”, Francesco Alberoni. Inizia a nascere un innamoramento, ci si estrania dalla realtà e ci si può sentire in paradiso o all’inferno: nel primo mondo nel momento in cui l’amore è corrisposto; nel secondo quando il sentimento non è contraccambiato o quando sfocia nel tradimento e nella falsità. Nel I secolo a.C. Catullo, poeta latino, s’innamora di Clodia e le dedica più carmi del suo Liber, dandole il nome di Lesbia. L’amore catulliano è un labirinto dal quale il giovane non può uscire vivo e il suo stato d’animo così combattuto è espresso nel famosissimo carme 85: “Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia./ non so, ma sento che questo mi accade: è la mia croce.” Catullo pone in incipit due sentimenti contrastanti e ossimorici, l’odio e l’amore. In realtà, quando non si riesce ad avere l’altro spesso ci si impelaga nell’attribuirgli difetti e comportamenti negativi tanto che si finisce con un rifiuto (naturalmente solo apparente) dell’oggetto stesso dell’amore. “Estasi e tormento” il contrasto dell’amore secondo Alberoni, “salvezza o dannazione”. Si sceglie l’amore anche come rimedio alla morte e a questo proposito mi viene in mente un verso della canzone di Luciano Ligabue, “L’amore conta”: “ci si sceglie per farselo un po’ in compagnia, questo viaggio in cui non si ripassa dal via…” Amore come consolazione, quindi. Amore come inutile espediente a ciò che, per eccellenza, soluzione non ha, la morte appunto. Non è insolito che un amore non corrisposto porti alla nascita di un sentimento malato e piuttosto usuali sono, infatti, i delitti con movente sessuale. Non sempre, dunque, l’amore è eterno; è, invece, la passione ad essere atemporale. La riflessione sull’amore ha visto come protagonisti anche filosofi, pittori, scultori, medicipsichiatri che esprimono la loro concezione sul tema e che cercano una risposta veritiera al frequente quesito: “Che cos’è l’amore?”. L’amore è semplicemente una forza interna ed esterna allo stesso tempo: ci sovrasta e ci sottomette e, pur improvvisandoci abili lottatori, non possiamo che cedere ad essa. Non c’è salvezza all’amore e tutti siamo condannati ad accettare gli effetti e i comportamenti che genera in ognuno di noi. Tra qualche decennio i nostri posteri saranno a scrivere dell’amore e ad aggiungere studi futuri, ricerche e chiarimenti ma nessuno mai arriverà, mi auguro, ad una spiegazione oggettiva. Confido molto nel mio desiderio perché semmai qualcuno avrà una definizione accettata e condivisa a livello globale dell’amore, ci sarà la morte di ogni sentimento e la morte della passione eterna.
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