L’energia nucleare viene prodotta nelle centrali attraverso il bombardamento dell’uranio con i neutroni. Il nucleo dell’uranio si divide in due nuclei più piccoli, che producono a loro volta altri nuclei in una reazione a catena. L’aspetto positivo dell’uranio è il fatto che questo non produce anidride carbonica nell’atmosfera, ma gli aspetti negativi sono molti. Infatti durante questo processo si emette radioattività ad alta intensità. Gli oggetti che vengono esposti alle radiazioni poi diventano scorie radioattive, e ci vogliono migliaia di anni prima che abbassino il livello di radioattività. Non vi è nessuna tecnologia capace di distruggere le scorie.
La sicurezza delle centrali nucleari è da sempre un tema al centro dei dibattiti politici, ed alcuni sono favorevoli, perché vi intravedono una via d’uscita dalla dipendenza petrolifera, altri invece sono sfavorevoli per una questione di sicurezza. Negli anni sessanta si era diffusamente certi che l’essere umano poteva controllare e anticipare ogni evento naturale grazie alle tecnologie avanzate. Questa fiducia smisurata ebbe fine quando si verificarono i primi incidenti nucleari. Nel 1979 un incidente alla centrale nucleare di Three Mile Island, negli Stati Uniti, provocò l'evacuazione di tutti gli abitanti. Non ci furono gravi conseguenze a livello nazionale, si dovettero aspettare gli incidenti di Chernobyl e Fukushima per comprendere la pericolosità delle centrali.
Con l'incidente di Chernobyl, il 26 aprile 1986, tutta l’umanità si trovò di fronte alle conseguenze vere e proprie di un incidente nucleare a livello mondiale. Dalla centrale di Chernobyl partì una nube radioattiva che fu sospinta dai venti a migliaia di chilometri di distanza. L'area contaminata attorno alla centrale era molto vasta e i terreni di tutta l’Europa contenevano tracce di radioattività. In tutto il mondo per almeno dieci anni si sospesero le costruzioni di centrali, decisione presa anche per il fatto che il prezzo del petrolio si era abbassato notevolmente. Alcuni Paesi, come la Germania, sospesero i lavori per le nuove centrali, ma continuavano ad usare quelle già esistenti. Altri invece, come l'Italia, decisero di uscire definitivamente dal programma nucleare. Nel 1987 infatti con un referendum fu abolita la procedura per la localizzazione delle centrali e furono aboliti i contributi a regioni e comuni sedi di impianti elettronucleari. Inoltre fu sancito il divieto di collaborazione alla realizzazione di centrali all’estero per l’Enel. Francia e Giappone continuavano invece a investire nella ricerca tecnologica per creare centrali nucleari di nuova generazione, più sicure e proficue rispetto alle precedenti. Nelle centrali già costruite poi aumentarono le misure di sicurezza.
Negli anni '90 il mondo continuava a chiedersi quali fossero state le cause del disastro di Chernobyl. Col passare del tempo prevalse la tesi dell'errore umano, verificatosi insieme a una serie di eventi inverosimili. Negli anni seguenti si verificarono altri incidenti nucleari, a Tokaimura nel 1999 e a Mihama nel 2004. Non furono molto gravi e la contaminazione si verificò solo intorno alla centrale. Nel 2000 si registrò una generale tendenza di ritorno al nucleare. Ciò perché il petrolio iniziò a scarseggiare e aumentò di prezzo, insieme alle altre materie prime energetiche. La dipendenza energetica da Paesi politicamente instabili poi spinse molti Paesi occidentali a rivalutare l'energia nucleare. Anche alcuni Paesi in via di sviluppo optarono per l’energia nucleare, e il problema della sicurezza delle centrali sembrava ormai essere superato dalle nuove tecnologie e dalle centrali atomiche di nuova generazione. Il timore era circoscritto solo alle zone vicine alle centrali e a quelle vicine ai depositi di scorie.
Nel 2011 il dibattito sulla sicurezza delle centrali nucleari si è riacceso nuovamente con il grave disastro nucleare alla centrale atomica di Fukushima (Giappone). L'incidente di Fukushima è stato
causato da un terremoto, un evento inaspettato, ma il problema è che ci sono difficoltà nel trovare rimedi alle conseguenze. Poi, il fatto che questo sia successo in Giappone, uno dei Paesi tecnologicamente più avanzati e che conosce molto bene il settore nucleare, ha generato grandi timori in tutto il mondo.
Oggi dunque il tema della sicurezza nelle centrali nucleari è di nuovo oggetto di dibattiti tra governi a livello internazionale, e si è cercato di trovare un’alternativa al nucleare. Basta innanzitutto ridurre i consumi di energia e cercare di rendere più efficienti i sistemi, utilizzando impianti termici efficaci e illuminazione a basso consumo. Inoltre si può investire sulle energie rinnovabili, come quella solare, eolica, idraulica e geotermica. Nell’ultimo periodo si stanno diffondendo gli impianti fotovoltaici, che sfruttano l’energia solare e la convertono in energia elettrica. I pannelli fotovoltaici producono energia per trentacinqu
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