Il principio di legalità è di massima importanza, ed è fissato dal primo articolo del codice penale, secondo il quale nessun individuo può essere punito per un reato non espresso dalla legge e non si possono stabilire pene che non compaiano nella legge. Questo principio è citato anche nella Costituzione, in cui si dice che una persona può essere punita solo in forza di una legge entrata in vigore prima che sia stato commesso il fatto. Il principio di legalità è una grande conquista della società democratica. Infatti assicura la certezza del diritto, perché in questo modo il cittadino conosce in anticipo se i suoi comportamenti sono punibili legalmente e costituiscono reato. C’è però una piccola nota negativa: per esempio, un atto riprovevole agli occhi di tutti, ma che non ha una legge che lo vieti, non può essere punito penalmente, neanche se dopo dovesse essere approvata una legge che lo condanni.
L’insieme delle leggi rappresenta una conquista sociale, regolando i rapporti tra le persone e mantenendo l’ordine nel Paese. Riproduce la volontà comune a tutti gli abitanti, che formano lo Stato, una volontà che riguarda il bisogno di rispetto all’interno della società, il bisogno di sentirsi più sicuri, di non essere sopraffatti da chi è prepotente e di non essere aggrediti dalle varie forme di criminalità. La legge è garante di una pacifica convivenza, senza paura, tensioni e sospetti verso il prossimo, e conferisce la consapevolezza di essere tutti uguali e di poter essere giudicati allo stesso modo.
Purtroppo non tutti rispettano le norme comuni, e procedono illegalmente senza considerare gli altri, anzi, danneggiandoli spesso gravemente. In Italia la mafia e la corruzione compiono le azioni illegali più frequenti, soprattutto nel Meridione, coinvolgendo tutti gli strati sociali e tutte le istituzioni. Non mancano i piccoli criminali, presenti in tutto il Paese, rapinatori, assassini. Esiste un numero impressionante di evasori fiscali, di gente che esercita professioni senza un titolo adeguato, persone perfettamente sane che percepiscono la pensione d’invalidità. Il problema deriva in buona parte dalla corruzione esistente anche all’interno delle istituzioni che dovrebbero garantire il rispetto della legge, ma che invece, per avere soldi e privilegi, cadono nella corruzione. Il problema è anche l’omertà dilagante, che può essere dovuta alla paura, ma molto spesso all’indifferenza e convenienza. Molta gente cerca di combattere questi fenomeni, sia denunciando, sia cercando di formare i giovani alla giustizia e al rispetto, ma costituisce solo una piccola parte della popolazione. L’insegnamento della legalità deve cominciare quando l’essere umano è bambino, con iniziative che dovrebbero partire dalle scuole, ma anche dal buon esempio in famiglia. La scuola e la famiglia sono i punti di riferimento di un bambino, che in tenera età è come una spugna e recepisce velocemente tutto ciò che vede e sente. Da lì bisogna intervenire e creare i cittadini giusti del domani. Una buona cultura favorisce dialogo e apertura mentale, e la conoscenza del passato, di altre culture e lingue sono fondamentali. Importante è anche la conoscenza delle istituzioni politiche e sociali, delle leggi insieme a diritti e doveri dei cittadini, della situazione attuale del mondo e cercare di sviluppare capacità critiche e di formulare un proprio pensiero. La scuola inoltre è come un piccolo paese, che ha delle norme in modo che tutti si sentano uguali e si abbia più rispetto reciproco. E come un bambino, un ragazzo si comporta a scuola, così si comporterà all’interno di un organismo più esteso.
La formazione di nuove menti potrebbe salvare il nostro futuro, ma intanto il problema persiste. Bisognerebbe effettuare controlli più frequenti e precisi, cercare di selezionare personale capace, attento e con uno spiccato senso di giustizia, in modo che non si faccia corrompere. Tutti dobbiamo collaborare affinché chi non rispetta l’altro e cerca di sopraffarlo, venga denunciato e punito, e non protetto per paura o perché è potente. Deve cambiare la mentalità e deve sparire la rassegnazione che tutti hanno nei confronti di questo mondo ingiusto, perché tutti sappiamo riconoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. I nostri antenati hanno lottato per i loro diritti, per la libertà, per il progresso. Hanno contribuito con i loro sforzi a migliorare lo stile di vita, ad cercare di ottenere tolleranza e rispetto, per avere una vita più pacifica.
Come disse Umberto Eco, “siamo tutti nani sulle spalle dei giganti”. Viviamo grazie alle scoperte e conquiste dei grandi personaggi del passato, e penso che dovremmo cercare di mantenere ben saldi in testa i loro insegnamenti, e cercare di progredire preservando e tutelando quello che oggi abbiamo grazie a loro.
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