L’attività poetica di Orazio è costituita da Epodi, Satire e Odi. Queste ultime sono centotre carmi, divisi in quattro libri, pubblicati in momenti diversi, nel 23 i primi tre e nel 13 il quarto.
Per la composizione dei carmi Orazio si ispira ai grandi modelli della letteratura greca, in particolare ad Alceo, Saffo, Anacreonte e Pindaro. Ma da questi autori deriva soprattutto la forma, in quanto lo spirito poetico è tutto latino.
Le novità della lirica oraziana riguardano principalmente:
– il tono, in quanto non è più aggressivo o familiare, ma sostenuto, sia quando esprime i suoi sentimenti, sia quando esalta la figura di Augusto, sia quando, infine, incarnando la funzione di vate, insegna al popolo le virtù civili e militari;
– lo sperimentalismo metrico. Orazio usa metri diversi e la struttura metrica di ogni componimento non corrisponde tanto all’argomento quanto al suo stato d’animo e, quindi, non è casuale..
Infine, significative sono le differenze tra il poeta latino e il suo modello greco Alceo. Infatti, i versi di Alceo sono espressione degli amori e di un aristocratico impegnato personalmente nelle lotte politiche interne alla sua città. In Orazio, l’interesse per la politica è, comunque, vivace, ma è quello di un intellettuale che, dopo una breve partecipazione alle tempeste civili, vive sotto la protezione dei grandi signori di Roma. Pertanto, la poesia è, per Orazio, otium, cioè pausa in mezzo alle battaglie.
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