L’anno nuovo 2015 è iniziato da pochi giorni e noi vogliamo continuare a salutarlo in poesia, affidandoci e tre poeti dei nostri tempi.
Silvio Catalano (1890-1966) nella sua raccolta di poesie Sette sassi, ha un componimento dal titolo Inverno che parla proprio del primo mese dell’anno:
È di gennaio. Al guizzo delle stelle
la stanca luna si diffonde tanto
che pare un’alba a fiore di lagna.Un’aria lieve, un canto senza accento
– voce diffusa nell’immensità –
fan baratro del cielo senza vento.Anima mia, sei sola nel pensiero,
quale spettrale forma di ghiacciaio
che dà respiro ad un silenzio freddo.
Da Canto del destino di Giorgio Vigolo (1894-1983) vi riportiamo un’altra poesia dedicata al mese di gennaio, una poesia piena di vento e di movimento:
Dopo la notte di diluvio il limpido
vento di tramontana
fa miracoli sulle facciate
delle case specchiandovi nei foschi
intonachi il lampo dei boschi
risorti nel turchino degli sfondi.Cantano le montagne attraversate
dal gran respiro; e dal fondo dei borri
il soffio di rovaio
leva odori di funghi di castagno.
I cavalli galoppano
sopra vie di diamante
e fumano dal manto sauro e baio;
nell’arco delle grotte
gioiellate di ghiaccio
è santo il mio gennaio.
L’ultima poesie è di Attilio Bertolucci (1911-2000) che ha per titolo Ritorna ai rami ed è tratta da Verso le sorgenti del Cinghio:
Ritorna ai rami il fuoco di gennaio
intenerito, di neve i colli non lontani
rallegrano l’ozioso pomeriggio
alle porte della città.
Il giorno è popoloso sino a che s’accende
sul ponte il lampione
e inonda l’acqua di ferro fiorito.
- Tesine