Tusculanae disputationes, I, 50 - Studentville

Tusculanae disputationes, I, 50

Sed plurimi contra nituntur animosque quasi capite damnatos morte multant, neque

aliud est quicquam cur incredibilis is animorum videatur aeternitas, nisi quod nequeunt qualis animus sit vacans corpore

intellegere et cogitatione comprehendere. quasi vero intellegant, qualis sit in ipso corpore, quae conformatio, quae magnitudo,

qui locus; ut, si iam possent in homine vivo cerni omnia quae nunc tecta sunt, casurusne in conspectum videatur animus, an

tanta sit eius tenuitas, ut fugiat aciem?

Versione tradotta

Con tutto ciò, ci sono moltissimi che si accaniscono contro questa tesi, e vogliono far morire l'anima, come se si

trattasse di un condannato: ma l'unico motivo che non li fa credere all'eternità dell'anima è la loro incapacità di

capire e rappresentarsi col pensiero la condizione dell'anima staccata dal corpo. Come se poi capissero quali sono la sua

condizione, la sua forma, la sua grandezza, la sua sede dentro il corpo. E anche supponendo che in un uomo vivo si potesse

distinguere tutto quello che attualmente è nascosto, l'anima diventerebbe visibile? O la sua estrema leggerezza la

renderebbe impercettibile agli occhi?

  • Letteratura Latina
  • Tusculanae Disputationes di Cicerone
  • Cicerone

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