Vita e opere di Ugo Foscolo
Ugo Foscolo nacque il 6 febbraio 1778 a Zante, un tempo Zacinto, un’isola dell’arcipelago delle Ionie che apparteneva alla repubblica di Venezia. Il suo nome di battesimo era in realtà Niccolò. Il padre Andrea era un medico veneziano e la madre era greca. Alla morte del padre nel 1788 la madre e i fratelli si trasferirono a Venezia dove Niccolò li raggiunse nel 1792.
In un primo tempo gli studi classici diedero un’impronta tradizionale alla sua attività di poeta: leggeva e traduceva poeti greci e latini. Ben presto però Foscolo iniziò ad ampliare le sue letture, affrontò le opere degli illuministi e condivise specialmente le idee di Rousseau. La sua prima, la tragedia Tieste, fu ispirata agli ideali democratici e giacobini; nella primavera dello stesso anno, mentre le truppe di Napoleone si avvicinavano alla repubblica veneta, Foscolo lasciò Venezia e a Bologna si arruolò nel corpo dei Cacciatori a cavallo della repubblica Cispadana. Pubblicò l’Ode a Bonaparte liberatore.
Il 17 ottobre, con il trattato di Campoformio, Napoleone consegnava Venezia al dominio austriaco. Foscolo, deluso da questo gesto, fu costretto ad abbandonare per la seconda volta la patria. Continuò comunque a sostenere le imprese napoleoniche.
Sul finire del 1797 si trasferì a Milano, dove conobbe Parini e Vincenzo Monti. L’anno successivo si trasferì a Bologna dove cominciò a scrivere Le ultime lettere di Jacopo Ortis, interrotto nel 1799, quando il poeta si arruolò nella Guardia Nazionale di Bologna per combattere Austriaci e Russi. Durante questo periodo scrisse A Luigia Pallavicini caduta da cavallo ed è del 1802 l’ode All’amica risanata. L’anno successivo pubblicò una raccolta di Poesie che comprendeva quattro famosi sonetti: A Zacinto, Alla sera, In morte del fratello Giovanni, Alla Musa.
Tra il 1806 e il 1807 scrisse e pubblicò il carme Dei Sepolcri, dedicato all’amico Ippolito Piedimonte. Nel 1808, con l’appoggio di Monti, ottenne una cattedra all’Università di Pavia, ma poi la cattedra venne soppressa. Nel 1811 mise in scena l’Aiace, una tragedia in cui le autorità videro troppe allusioni politiche. Nello stesso periodo il poeta scrisse la maggior parte dei frammenti delle Grazie.
Tra il 1815 e il 1816 soggiornò in Svizzera,poi si trasferì in Inghilterra. Morì nel sobborgo londinese di Turnham Green il 10 settembre 1827. Nel 1871 le sue spoglie furono portate nella chiesa fiorentina di Santa Croce, che aveva celebrato in Dei Sepolcri.
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