Ulisse e Polifemo - Studentville

Ulisse e Polifemo

Postquam Troia equi lignei dolo a Graecis capta est et incendio deleta (est), Ulixes, insulae Ithacae rex, qui invisus Iunoni erat, diu deae iussu mare peragravit, antequam domum rediret (Antequam… rediret= <>) Olim per longum iter Ulixes com comitibus suis ad Cyclopum insulam appulit. Cyclopes, genus ferum et agreste, qui magnam vim corporis et unum oculum media fronte habebant, in specubus apud mare vivebant et pastorum vitam ducebat. Ulixes et eius comitibus in antrum Polyphemi, Neptuno filii, inierunt sed Cyclops, hospitalitatis immemor, quia omnia deorum hominumque iura contemnebat, eos (<>, <

  • >) totum diem in specu clausit et ad vesperum, cum a pabulo cum grege rediit, nunnullos (<>) Ulixis comites devoravit. Tum Ulixes, vir singulari astutia praeditus, (<>, <>) dulcem et copiosum vinum Polyphemo praebuit et, cum Cyclops ebrius obdormivit, per somnum unum monstri oculum trunco ardenti exussit: postea comites suois sub ovium ventre alligavit, ipse (<>) ad arietem adhaesit et, sic celati, (<>) incolumnes e specu evaserunt.

    Versione tradotta

    Dopo che Troia fu presa dai Greci e fu distrutta da un incendio, Ulisse, re dell’isola di Itaca, a lungo peregrinò per il mare per volere degli dei, prima di ritornare a casa. Un tempo Ulisse, con la flotta, giunse nell’isola del ciclope. I ciclopi, razza feroce e rustica, avevano un occhio nel centro della fronte e vivevano in una caverna presso il mare. Forniti di grande forza del corpo, conducevano una vita da pastori estinguevano la fame o coi pesci, o con la carne, o col formaggio delle pecore, con l’acqua e il latte la sete.
    Ulisse con pochi compagni entrò nella grotta di Poliremo, figlio di Nettuno, e il Ciclope, immemore dell’ospitalità, chiuse nella caverna i miseri uomini: alcuni furono perfino divorati dal crudele mostro perché Poliremo disprezzava tutte le leggi degli dei e degli uomini. Allora Ulisse, uomo forte e astuto, ingannò il Ciclope con un singolare artificio. Offrì del vino a Poliremo e durante il sonno, bruciò con un tronco ardente l’unico occhio dell’orribile mostro; dopo legò i suoi compagni alle pecore e se stesso all’ariete: così uscirono tutti incolumi dalla grotta.

    • Letteratura Latina
    • Versioni di Catone
    • Versioni dai Libri di Esercizi

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