Pater familias, senectute et gravi diutinoque morbo confectus, quia supremus dies vitae appropinquabat, totam progeniem suam domum arcessivit. Magno cum dolore filii aspiciebant patris caput, canitie venerabile: facies pallida et macie consumpta omnem spem salutis iam adimebat. Tum bonus pater suprema praecepta filiis dedit: “filii mei, estote semper probi et fortes: series dierum in hominum vita brevis est et rerum humanarum sors varia et fluxa est: ideo omnes homines spem in probitate fortitudineque sua et in deorum auxilio ponere debent. Vir bonus non solum in secundis rebus, sed etiam in adversis (rebus) fidei officia servat et turpi lucro honestam paupertatem anteponit; vir fortis pro re publica acriter in acie pugnat et mortem non putat perniciosam: mortem immo (avv.) cum iucunda spe immortalitatis expectat”.
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Un padre buono, quando si avvicinava il suo ultimo giorno di vita, chiamò la sua progenie, figli e nipoti. Seri guardavano con senso di dolore la testa del padre di venerabile biancore: l'aspetto pallido toglieva ogni speranza di salute. Allora il buon padre diede i supremi precetti ai figli: Siate sempre onesti e forti. L'uomo onoste non solo nelle circostanze favorevoli ma anche in quelle avverse conserva i doveri della fedeltà. La serie dei giorni nella vita degli uomini è breve e la sorte delle cose umane è mutabile: così tutti gli uomini pongono la speranza in dio. L'uomo forte antepone al turpe lucro l'onesta ricchezza, ritiene i segni delle cose avverse una fonte, combatte fortemente in battaglia per lo stato, non considera la morte rovinosa: aspetta con gioconda speranza di immortalità la morte.
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