Un coraggioso filosofo - Studentville

Un coraggioso filosofo

Zenon Eleatis, cum esset in dispicienda rerum natura maximae prudentiae et promptissimus in excitandis ad vigorem iuvenum animis, praeceptorum fidem exemplo virtutis suae publicavit. Nam a patria, in qua frui secura libertate poterat, profectus est petitum Agrigentum, quod eo tempore miserabili servitute opprimebatur, arbitratus sibi feritatem Phalaridis tyranni mitigandam esse. Sed postquam animadvertit apud illum plus consuetudinem dominationis quam philosophiae consilia salutaria valere, nobilissimos eius civitatis adulescentes cupiditate liberandae patriae inflammavit. Qua re cognita, Phalaris tyrannus in forum populum convocavit et – horribile visu – torquere Zenonem vario cruciatus genere coepit, subinde quaerens quosnam consilii participes habëret. At ille neque eorum quemquam nominavit et proximum quemque ac fidissimum tyranno suspectum reddidit; increpitansque Agrigentinis ignaviam ac timiditatem effecit ut subito, mentis impulsu concitati, Phalarim lapidibus prosternerent.

Versione tradotta

Zenone Eleate, essendo di massima attenzione nell'osservazione della natura e risolutissimo nello spronare al vigore gli animi dei giovani, rese manifesta a tutti l'attendibilità dei (suoi) precetti con un esempio di virtù personale. Infatti dalla patria, nella quale avrebbe potuto fruire di una sicura libertà, partì per raggiungere Agrigento, che a quel tempo era oppressa da una miserevole schiavitù, pensando di dover mitigare la crudeltà del tiranno Falaride. Ma dopo che si accorse che presso di lui valeva più l'abitudine al comando che i salutari consigli della filosofia, infiammò di desiderio di liberare la patria i più nobili giovani di quella città. Venuto a conoscenza di ciò, il tiranno Falaride convocò il popolo nel foro e - cosa orribile a vedersi - iniziò a tormentare Zenone con diversi tipi di tortura, chiedendo ripetutamente chi avesse come complici del piano. Ma quello non nominò nessuno di loro e rese sospetto ciascuno dei più vicini e fedeli al tiranno; e rimproverando agli Agrigentini l'ignavia e la paura fece in modo che all'improvviso, spinti da un moto di spirito, abbattessero con le pietre Falaride.

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