Un discorso veritiero ma odioso - Studentville

Un discorso veritiero ma odioso

“Verum” inquit “et tu forsitan audire nolis et ego, nisi

nunc dixero, alias nequiquam confitebor. Hic tanti apparatus exercitus, haec tot gentium et totius Orientis excita sedibus suis

moles finitimis potest esse terribilis: nitet purpura auroque, fulget armis et opulentia, quantam, qui oculis non subiecere,

animis concipere non possunt. Sed Macedonum acies, torva sane et inculta, clipeis hastisque immobiles cuneos et conferta robora

virorum tegit. Ipsi phalangem vocant, peditum stabile agmen: vir viro, armis arma conserta sunt. Ad nutum monentis intenti

sequi signa, ordines servare didicerunt. Quod imperatur, omnes exaudiunt: obsistere, circumire, discurrere in cornu, mutare

pugnam non duces magis quam milites callent. Ac ne auri argentique studio teneri putes: adhuc illa disciplina paupertate

magistra stetit: fatigatis humus cubile est; cibus, quem occupant, satiat; tempora somni artiora quam noctis sunt. Iam Thessali

equites et Acarnanes Aetolique, invicta bello manus, fundis, credo, et hastis igne duratis repellentur! Pari robore opus est.

In illa terra, quae hos genuit, auxilia quaerenda sunt: argentum istud atque aurum ad conducendum militem mitte.”

Versione tradotta

"Forse,

disse, tu non vorresti sentire la verità, ed io (però), se non (te la) dirò adesso, parlerò invano in un altro momento. Quest’

esercito così appariscente, questa enorme quantità di popoli provenienti da tutto l’Oriente e strappati dalle loro sedi, può

essere terribile per i (tuoi) vicini: splende di porpora e di oro, rifulge di armi e di ricchezza, quanta non possono

immaginare coloro che non (l’)hanno vista coi (loro) occhi. Ma l’esercito dei Macedoni, molto austero e disadorno, nasconde

sotto gli scudi e le aste battaglioni che non indietreggiano e un nerbo compatto di uomini. Essi stessi chiamano (questa

formazione) falange, una schiera salda di fanti: gli uomini sono serrati agli uomini, le armi alle armi. Hanno imparato,

attenti al cenno del comandante, a seguire le insegne, a conservare le file. Ciò che viene ordinato, tutti (lo) eseguono: i

comandanti non più che i soldati sanno (= hanno fatto il callo a) opporsi (al nemico), circondar(lo), distribuirsi sulle ali,

cambiare (l’ordine di) battaglia. E non credere che siano posseduti dal desiderio di oro e di argento: si è mantenuta fino ad

ora quella disciplina fondata sull’insegnamento della povertà: se sono stanchi, hanno come giaciglio la terra; il cibo che

trovano, (li) sazia; i momenti del sonno sono più brevi (della durata) della notte. Sicuramente i cavalieri tessali, gli

Acarnani e gli Etoli, schiere invincibili in guerra, saranno respinti, immagino, con fionde e aste indurite al fuoco! (No,

certo:) c’è bisogno di una forza pari. Bisogna cercare gli aiuti in quella terra che ha generato questi (uomini): impiega

codesto argento e (codesto) oro per procurar(ti) (tali) soldati.

  • Letteratura Latina
  • Versioni di Catone
  • Curzio Rufo

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