Mercator in remotas regiones migraverat et ibi mercaturas suas faciebat. Post aliquot menses amico suo sic scripsit: “Navigatio mea secunda fuit, sicut tu et ego desideravimus; UNI NAUTARUM MEORUM MALUM ACCIDIT. Nam in sentiam navis decidit et crus suum fregit. Attatem parvo ba**** et lino et pice tibiam restituimus et post unius horae spatium consueto gradu servus incebat”. Ubi epistulam legit, valde obstipuit amicus; redemii causam non invenit. Tunc ceteros medicos urbis congregavit et omnes simul de re tam nova disputabant. Longa fuit disputatio. Tandem gravissimus inter medicos sic adfirmavit:” Certe in lino et piece est occulta vis quae crurum carnem reficere et ossa restituere potest. Nam aliam causam tam repentinae valetudinis reperire non possumus”. Sed subito tabellarius alteram mercatoris epistulam portavit cum his verbis:”Nuper in epistula mea scripsi de crure fracto nautae mei, sed non scripsi crus ligneum esse
Versione tradotta
Un commerciante era migrato verso lontane regioni e qui faceva i suoi commerci. Dopo alcuni mesi scrisse così ad un suo amico: la mia navigazione è stata favorevole, così come desideravamo tu ed io; accadde un male ad un solo dei miei navigatori. Infatti cadde nella (cerca sentiam) della nave e ruppe la sua gamba. Tuttavia abbiamo sistemato con un piccolo bastone, del lino e della pace la tibia e nello spazio di un'ora il servo camminava con l'abituale andamento. Allora (cerca congrego) gli altri medici della città e tutti insieme discutevano così della nuova cosa. Lunga fu la disputa. Tuttavia il più autorevole tra i medici così affermò: certamente nel lino e nella pece è nascosta la forza che potè rimarginare la carne delle gambe e risistemare le ossa. Ma subito un messaggero portò al commerciante un'altra lettera con queste parole: sulla mia lettera ho scritto della gamba rotta del mio marinaio, ma non ho scritto che la gamba era di legno.
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