In urbis viis ubicumque mercatorum plaustra ex ligno velocia currunt, sed dolor vel calamitas est cum opifices, qui saepe asperi animi sunt, tibi sumptus portant et ingentem pecuniam exigunt. Stant fullo, phrygio, aurifex, lanarius; patagiarii, indusiarii, flammarii, violarii, carinarii; stant manulearii, stant murobatharii, propolae linteones, calceolarii; sedentarii sutores diabathrarii, solearii astant, astant molocinarii; pecuniam petunt fullones, sarcinatores petunt; strophiarii astant, astant simul sonarii. Postquam eos amovisti, petunt treceni, cum stant phylacistae in atrio textores limbularii, arcularii. Ducuntur in tablinum, datur aes. Postquam eos amovisti, tunc incedunt infectores corcotarii, aut alia mala crux semper tibi est, quia alii creditores pecuniam petunt.
Versione tradotta
Nelle vie della città, ovunque i carri di legno dei mercanti corrono veloci, ma il dolore o la disgrazia arriva quando gli artigiani, che spesso sono d'animo rude, ti portano le spese ed esigono un'ingente somma di denaro. Stanno il lavandaio, ricamatore, orefice e lanario; i sarti, i camiciai, i tintori di arancione, di viola, di giallo; ci sono i sarti di maniche, ci sono i profumieri, i venditori di biancheria, i calzolai; stanno fermi i cucitori seduti di scarpe, i ciabattini e i produttori di saldali; chiedono denaro i lavandai, chiedono denaro i sarti; stanno fermi i fabbricatori di pettorali, e insieme stanno i fabbricatori di cinte. Dopo averli allontanati, trecento alla volta chiedono, mentre aspettano nell'atrio i decoratori degli orli delle vesti creditori, e i produttori di cassette. Vengono condotti nel tablinio, viene dato il denaro. Dopo averli allontanati, arriva allora quelli che tingono le vesti color zafferano, o hai sempre un'altra mala croce, perché altri creditori chiedono denaro.
- Letteratura Latina
- Lingua Viva 1
- Versioni dai Libri di Esercizi