Un privilegio va concesso subito - Studentville

Un privilegio va concesso subito

Quemadmodum in aegris opportunitas cibi salutaris est et aqua tempestive

data remedii locum obtinuit, ita, quamvis leve et volgare beneficium est, si praesto fuit, si proximam quamque horam non

perdidit, multum sibi adicit gratiamque pretiosi sed lenti et diu cogitati muneris vincit. Qui tam parate facit, non est

dubium, quin libenter faciat; itaque laetus facit et induit sibi animi sui voltum. Ingentia quorundam beneficia silentium aut

Ioquendi tarditas imitata gravitatem et tristitiam corrupit, cum promitterent vultu negantium: quanto melius adicere bona verba

rebus bonis et praedicatione hùmana benignaque commendare, quae praestes! Ut ille se castiget, quod tardior in rogando fuit,

adicias licet familiarem quereliam:“ irascor tibi, quod, cum aliquid desiderasses, non olim scire me voluistì, quod tam

diligenter rogasti, quod quemquam adhibuisti. Ego vero gratulor mihi, quod experiri animum meum libuit; postea, quidquid

desiderabis, tuo iure exiges; semel rusticitati tuae igrioscitur ”. Sic efficies, ut animum tuum pluris aestimet quam illud,

quidquid est, ad quod petendum venerat.

Versione tradotta

Come per gli ammalati un cibo dato al momento opportuno è salutare, e l’acqua data con tempestività funge

da rimedio, così, sebbene lieve e comune sia un beneficio, se è concesso subito e non si è ‘lasciata trascorrere neanche un’

ora, aggiunge molto a se stesso e vince in grazia un dono prezioso ma lento e a lungo meditato. Chi agisce tanto prontamente,

non vi è dubbio che lo faccia volentieri; e così si allieta ed il suo volto diviene lo specchio dell’animo. Benefici ingenti

sono stati guastati da silenzi o da lenti risposte date con un tono grave e triste, promettendo con un volto (simile a colui)

che diceva di no; quanto è meglio, invece, aggiungere buone parole alle buone azioni e con un discorso umano e benevolo

valorizzare ciò che concedi! A patto che quegli si rimprovera di aver fatto tardivamente la richiesta (del favore), ti è

concesso di fare qualche lagnanza amichevole: “ Sono adirato con te, perché, desiderando qualcosa, non hai voluto farmelo

sapere prima, me l’hai chiesta con tanta prudenza, ti sei valso di un altro. Mi sono rallegrato però con me stesso, perché ti è

piaciuto di mettere alla prova il mio animo; da questo momento, ciò che desidererai, lo pretenderai come tuo diritto; solo per

questa volta è perdonato il tuo atteggiamento scontroso ”. In tal modo conseguirai che egli stimi più il tuo animo di ciò che

ti era venuto a chiedere, qualunque cosa sia.

  • Letteratura Latina
  • Versioni di Catone
  • Seneca

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