T. Pomponius Atticus cum Athenas se contulisset, eum Athenienses in omni procuratione rei puclicae actorem
auctoremque habuerunt potissimum civimque suum facere studuerunt. Sulla, quamdiu Athenis fuit, secum Pomponium amicum, quamvis
antea is Marium iuniorem, quem senatus inimicum patriae iudicaverat, opibus suis iuvisset. Tranquillatis rebus Romanis, Atticus
remigravit Romam, ubi amicos coniunctissimos semper habuit M. Cicerone et Q. Hortensium, quos omnes maximos oratores eius
aetatis existimant. Habebat avunculum Q. Caecilium equitem Romanum divitem, difficillima natura, quem nemo ferre poterat. Huius
ad summam senectutem Atticus retinuit benevolentiam. Caecilius enim moriens testamento adoptavit eum heredem.
Versione tradotta
Pomponio Attico essendosi dedicato ad Atene, gli ateniesi lo considararono un operatore e un promotore in tutte le
amministrazioni della repubblica, soprattutto studiarono un modo per farlo (divenire) loro cittadino. Silla, finchè si trovava
ad Atene, ebbe (a sè) Pomponio come amico, sebbene prima avesse favorito per la sua facoltà il giovane Mario, che il senato
aveva giudicato come nemico della patria. Ristabilita la tranquillità a Roma, Attico ritornò a Roma, dove ebbe sempre amici
molto cari (letteralmente = molto stretti) come Cicerone e Ortensio, che tutti stimano come i maggiori oratori di quel tempo.
Aveva come zio materno Cecilio, ricco cavaliere tomano, di difficilissimo carattere, con cui nessuno aveva instaurare un
rapporto. Attico conservò l'amicizia di questo durante la vecchiaia, Cecilio infatti mentre moriva lo scelse nel testamento
come erede.
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