Cicero Attico sal.
Cum antea maxime nostra interesse arbitrabar te esse nobiscum, tum vero, ut legi exsilii rogationem, intellexi ad iter id quod constitui nihil mihi optatius accidere posse quam ut tu me festinanter consequereris, ut, cum ex Italia profecti essemus, sive per Epirum iter esset faciendum, tuo tuorumque praesidio uteremur, sive aliud quid agendum esset, certum consilium de tua sententia capere possemus. Quam ob rem pauca tibi dico: me orare ut des operam ut me statim consequaris. Confiteor pluribus verbis tibi me scripturum fuisse, nisi pro me apud te res ipsa loqueretur. Itineris nostri causa fuit quod non habebam locum ubi pro meo iure diutius esse possem quam in fundo Siccae, et simul intellegebam ex eo loco, id est Vibone, si te mecum haberem, posse me Brundisium referre. Iam ad te antea scripsi, si ad nos veneris, consilium totius rei me capturum esse. Iter esse molestum scio, sed tota calamitas omnes molestias habet. Plura scribere non possum; ita sum animo perculso et abiecto. Cura ut valeas.
Versione tradotta
Cicerone invia i suoi saluti ad Attico.
Mentre in precedenza ritenevo che fosse per me (lett. noi) sommamente importante averti al mio fianco (lett. che fossi con noi), da che ho letto la proposta di legge, ho capito che per il viaggio che ho stabilito (di affrontare) niente potrebbe riuscirmi più desiderabile del fatto che tu mi raggiunga al più presto possibile, così che, una volta che sia (lett. siamo) partito dallItalia, possa giovarmi (lett. possiamo giovarci) della protezione tua e dei tuoi (amici) nel caso che debba viaggiare (lett. il viaggio sia da fare [per me]) attraverso lEpiro, oppure, se occorre prendere uniniziativa diversa, possa (lett. possiamo) ricavare una decisione sicura dal tuo parere. Per questa ragione ti dico poche cose: ti prego di fare di tutto per (dare opere ut) raggiungermi subito. Ammetto che ti intratterrei più lungo per lettera (lett. ti scriverei con più parole) se il fatto di per sé non ti parlasse al posto mio. La ragione del mio (lett. nostro) itinerario è che non ho (lett. imperfetto, giustificato dalla sintassi epistolare) un luogo dove con pieno diritto (pro meo iure) possa soggiornare per più tempo che nella tenuta di Sicca, e che al tempo stesso comprendo (lett. imperfetto, giustificato dalla sintassi epistolare) che, se ti ho con me, posso da quel luogo, ossia da Vibo Valentia, tornare indietro (dirigendomi) a Brindisi. Ti ho già scritto in precedenza che, se verrai a incontrarmi (lett. da noi = da me), prenderò una decisione sull (lett. dell) intera vicenda. So che il viaggio è gravoso, ma lintera calamità (piovutami addosso) reca in sé (habet) tutti i dispiaceri (possibili). Non riesco a scrivere di più (più lett: più cose); tanto sono scosso e avvilito (lett. sono con lanimo scosso etc.). Vedi di stare bene.
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