cum olim imperator Aurelianus, vir et consilii magni etvirtutis egregiae, ad urbem Tyanam venisset eamque obclusam reperisset, iratus dixisse fertur: “Canem in hoc oppido non relinquam!”. Tunc milites, spe praedae inducti, acrius pugnaverunt et brevi tempore civitas capta est. Sed cum milites eversionem urbis exposcerent,iuxta(1) illud dictum, quo(con cui) se canem relicturum esse apud Tyanam negaverat(2), Aurelianus his respondit: ” canem negavi in hac urbe me relicturum esse: canes igitur omnes occidite”. Grande imperatoris dictum, grandius militum factum: nam iocatum(3) principis, quo praeda negabatur et civitas servabatur, totus exsercitus aequo animo accepit.
Versione tradotta
Una volta essendo venuto l'imperatore Aureliano, uomo di egregia virtù e grande senno, alla città di Tiana e avendola trovata (obclusam), irato si dice che abbia detto: non lascerò un cane in questa città! Allora i soldati, spinti dalla speranza di bottino, combatterono più acremente, e in breve tempo la città fu presa. Ma chiedendo i soldati (eversionem) della città, conformemente a quel detto con cui aveva detto che non avrebbe lasciato il cane presso Tiana, Aureliano rispose a questi: ho detto che il cane non mi avrebbe lasciato in questa città dunque uccidete tutti i cani. (Questo) il detto del grande imperatore, il fatto più grande dei soldati: infatti lo scherzo dell'imperatore con cui negava la preda e salvava la città, tutto l'esercito lo accolse con giusto animo.
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